Borsa, le banche italiane pagano la crisi

ROMA, 27 LUG – Non hanno colpe, perlomeno quelle piu' gravi, ma le banche italiane, che pure avevano mostrato forte resistenza alla crisi, stanno pagando ora un alto prezzo a causa della forte sfiducia dei mercati nei confronti del sistema Italia, e dell'incertezza che ancora persiste a livello internazionale per le vicende Grecia e Stati Uniti.

Bersagliate dalle vendite in Borsa, anche dopo una serie di giudizi negativi delle case d'affari, alle prese con una ripresa dell'economia nazionale che stenta a decollare e la necessita' di accumulare piu' capitale per le regole di Basilea3, gli istituti di credito sono cosi' in prima linea nell'attacco speculativo al nostro Paese.

In soli sei mesi l'indice del settore bancario a Piazza Affari ha perso il 31% contro un calo del 16% dell'indice principale di Milano. Nella sola giornata di oggi il calo e' stato del 4,5% e molti titoli si sono visti ridurre i prezzi obiettivi dagli analisti.

Anche i costi di rifinanziamento per il sistema bancario sono in crescita, rappresentando un ulteriore gap competitivo rispetto ai rivali europei. Eppure il comparto che era entrato nella crisi con una indubbia solidita' (grazie anche alla mano ferma della sorveglianza della Banca d'Italia) ha approfittato del momento difficile per affrontare e in parte risolvere alcuni storici 'nodi' come i costi elevati e la bassa patrimonializzazione.

I risultati degli stress test e la mancanza di interventi da parte dello Stato stanno a dimostrare che le banche non sono una della cause della sfiducia verso l'Italia da parte degli investitori internazionali, che puntano piuttosto il dito verso la bassa crescita del Paese e l'incertezza della politica, non ritenuta in grado di ridurre con decisione il debito.

Se le parole in questa direzione del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, dell'Abi o dei vertici delle banche (ieri il turno di Giovanni Bazoli, oggi di Giovanni Sabatini) possono essere una difesa giudicata naturale, anche in molti dei severi e criticati report di agenzie di rating o degli editoriali sulla stampa internazionale il comparto bancario viene citato come uno dei (pochi) elementi di forza del Paese.

Eppure la tempesta sta colpendo piu' duramente proprio le banche. A Piazza Affari, perche' i loro titoli sono i piu' liquidi e quindi facilmente vendibili, e sui mercati di raccolta fondi a causa della crescita degli spread dei Btp sui Bund. Certo la crescita dei tassi Bce e dei rendimenti dei titoli di Stato aiuta a risollevare i margini, ma se la morsa della speculazione non si attenuera' anche la solidita' del sistema comincera' a mostrare delle crepe.

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