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Crisi. Wsj: “Luna di miele finita”, a Monti “sostegno unitario” da Pdl, Pd, Udc

di Emiliano Condò |13 Giugno 2012 0:29

Borsa

ROMA – La situazione economica e il nuovo attacco dei mercati sull’Italia desta una forte preoccupazione, tanto che il Wall Street Journal dice che la luna di miele tra Mario Monti e l’Italia è ormai finita. Il premier prova a risolvere tutto chiedendo “compattezza”. Proprio per questo Monti ha convocato i tre leader, Alfano, Bersani e Casini, che sostengono la maggioranza, a Palazzo Chigi, illustrando loro come il governo intende muoversi in virtù dell’aggravarsi della situazione economicadell’eurozona.

Secondo indiscrezioni riportate dal sole 24 Ore, diplomazie partitiche e leader sarebbero al lavoro per verificare le possibilità di presentare in Parlamento una mozione unitaria Pd, Pdl e Terzo Polo e dare così un mandato forte a Monti in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno, come avvenuto lo scorso gennaio. Il premier ha anche avuto un colloquio telefonico con il capo dello Stato Giorgio Napolitano per fare il punto sulla crisi dell’Eurozona.

Le stesse fonti parlamentari spiegano che l’intenzione sarebbe di presentare in aula, probabilmente già mercoledì, quando Monti riferirà alla Camera, una mozione unitaria per chiedere all’Europa misure concrete contro la crisi e per fronteggiare la situazione d’emergenza. Non è escluso che la mozione possa essere poi messa ai voti.

”Capisco – ha spiegato Monti – che l’Italia possa essere stata associata nel passato all’idea di un paese indisciplinato”, però ”in questo momento” il nostro paese ”è più disciplinato di tanti altri paesi europei”. Il premier infatti sottolinea come il suo governo abbia assunto le misure giuste per far diventare l’Italia un paese solido. ”Il nostro paese paga con il suo contributo finanziario pro quota per sostenere Grecia, Portogallo, Irlanda ed adesso la Spagna. E poi paga anche con tassi di interesse elevatissimi a causa delle tensioni nei mercati”, sottolinea Monti. Mentre ”la Germania paga pro quota per l’assistenza finanziaria, ma ha tassi di interesse bassissimi sul suo debito pubblico”. ”Sarebbe importante per tutti – rimarca il premier – di non farsi guidare dai cliché o dai pregiudizi. E inoltre bisogna anche valutare i ”benefici che la Germania trae dall’ Unione Europea”. Quanto agli eurobond, per Monti potrebbero essere ”parte di una soluzione più complessiva”, che tenga conto, come chiede la Germania, della disciplina fiscale e della politica monetaria non inflazionistica.

La settimana finanziaria a Milano rischia di trasformarsi in una via crucis: perdite lunedì (-2.79%) e perdite, più contenute grazie a un recupero nel finale, martedì. A fine seduta Piazza Affari ha chiuso cedendo lo 0,7%. Lo spread ha volato alto tutta la giornata, sfiorando quota 490 per poi tornare a 470, stessa quota di ieri, prima di chiudere in lieve rialzo a 474. Quota ovviamente troppo alta. Come ieri sono soprattutto le banche ad aver trascinato Milano in basso: Banca Mps, Ubi Banca tra le peggiori. Male, però, anche Fiat Industrial e Mediaset. Cali meno consistenti per gli energetici Enel ed Eni.

Ma la cosa che inquieta di più, in prospettiva, è il clima di accerchiamento. Oramai è un fatto conclamato: ha iniziato lunedì il Wall Street Journal e ha continuato sulla stessa linea il New York Times. Con pezzi che, a livello di analisi, erano simili in modo inquietante: dopo la Spagna toccherà all’Italia, perché è il Paese più fragile, perché ha un debito pubblico enorme, perché non cresce, anzi è più in recessione di altri paesi e perché Mario Monti è un timoniere capace ma forse troppo debole e soprattutto troppo isolato.

Che nella crisi dei mercati, in questi giorni, ci sia una specificità tutta italiana lo dicono in modo inequivocabile i numeri. Prima di tutto basta fare due confronti prendendo i dati dello spread e delle borse. Per il secondo giorno consecutivo Milano perde più di tutte le altre borse europee (Madrid ha chiuso addirittura in lievissimo rialzo). E soprattutto, in due soli giorni lo spread italiano si è apprezzato del 4.3% contro il 2% di quello spagnolo. Vuol dire una cosa semplice: che, almeno per i mercati, un “problema Italia” esiste. Problema che aspetta la miccia delle elezioni greche per scoppiare.

In un quadro che già non è entusiasmante di suo ci si mettono anche i partner europei. Comincia l’Austria che per bocca del suo ministro Maria Fekter dichiara che anche l’Italia potrebbe aver bisogno di aiuti. Non esattamente un’iniezione di fiducia in un clima teso. E i mercati registrano e calano. Fitch smentisce i mercati, dice che è improbabile. Poi l’Eurogruppo smentisce i mercati. Ma i mercati, per qualche misteriosa ragione, prediligono le voci di allarme. Non a caso il momento peggiore della giornata la Borsa lo vive quando Fitch annuncia il taglio del rating di 18 banche spagnole: Milano crolla fino al 2%. Poco importa che sia in qualche modo una notizia attesa, che il taglio di rating delle banche sia quasi un automatismo dopo il taglio del rating sovrano. L’isteria del momento ha sempre il sopravvento.

Intanto Mario Monti dalla Slovenia torna a individuare nell’Europa la sorgente dei problemi, Europa che deve essere in grado di reagire compatta e darsi una governance economica più credibile che la tenga al riparo dalla speculazione: ”Occorre rafforzare la governance economica europea per avere strumenti di crescita non antitetici ma coerenti con la disciplina di bilancio”, le parole del premier.

Ancora una volta l’invito del presidente del Consiglio è quello del cambio di passo, dell’accelerazione: ”L’Ue sta dimostrando , non sempre con la giusta velocità, buona capacità di attrezzarsi per gestire la crisi, ma occorre rafforzi il suo impegno politico per la crescita, non a scapito della disciplina di bilancio pubblico, che pero’ non puo’ essere sostenuta a lungo periodo senza crescita”.

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