Borse. Europa sempre fragile, il resto del mondo va

Borse. Europa sempre fragile, il resto del mondo va
Borse. Europa sempre fragile, il resto del mondo va

ROMA – Borse. Europa sempre fragile, il resto del mondo va. Giuseppe Turani sul sito “Uomini & Business” pubblica un report redatto da Cassa Lombarda sulla situazione delle Borse con il titolo: “Europa/Sempre fiacca”.

“Prospettive fragili”

-Eurozona: “rischio sull’inflazione” – la lettura finale del PMI Servizi di Markit per gennaio è stata confermata. Aumentano i livelli di occupazione e dei portafogli ordini, ma i prezzi sono stati tagliati velocemente in (quasi) un anno, aumentando le preoccupazioni per l’inflazione debole nella regione. I PMI continuano a evidenziare divergenze nell’economia delle 19 nazioni, con Spagna e Germania in testa alla crescita e Francia che ha offerto una lettura deludente, con l’indice appena sopra 50. I prezzi deboli dovrebbero rinforzare le attese di maggiori interventi da parte della Bce. Draghi ha confermato la possibilità di nuovi stimoli monetari a marzo in quanto “i rischi di rallentamento sono nuovamente aumentati” a causa dell’indebolimento delle economie emergenti, della volatilità dei mercati, delle materie prime e dei rischi geopolitici”. Riguardo all’inflazione, i prezzi “sono anche tangibilmente più deboli di quanto ci attendessimo a dicembre”. Questa settimana il dato principale sarà il Pil del quarto trimestre (4°trim) 2015 che difficilmente mostrerà un’accelerazione della crescita dal ritmo del terzo trimestre (3°trim). Ciò renderebbe la proiezione di crescita del 1,7% della Bce per l’intero 2016 difficile da raggiungere.

-USA: “pressioni salari contrapposte a decelerazione servizi” – i dati dell’occupazione mostrano un consolidamento fisiologico, in parte anche per fattori stagionali, che potrebbe moderarsi ulteriormente in quanto la produttività sta peggiorando e le aziende potrebbero cercare di recuperare redditività frenando le assunzioni e/o aumentando gli investimenti. Nonostante la moderazione nelle assunzioni il mercato del lavoro si conferma su livelli prossimi alla piena occupazione e mostra che le aziende sono fiduciose circa le prospettive per le vendite interne. Questi dati forniscono argomenti a supporto dei “falchi” della Fed per il proseguimento della normalizzazione dei tassi grazie alla tonicità del mercato del lavoro in media negli ultimi mesi e all’apparire dei primi sintomi di pressione inflattiva di natura salariale. Tuttavia le recenti debolezze degli altri dati macroeconomici (in particolare la decelerazione dell’ISM Servizi che rappresenta 90% dell’economia) restano invece a supporto delle tesi delle “colombe” del Federal Open Market Committee (Fomc), lasciando incertezza sulle future mosse della Fed. L’evento più importante della settimana è la testimonianza del presidente della Fed Janet Yellen alla Camera (mercoledì) e Senato (giovedì). Questo dovrebbe chiarire come la Fed vede le implicazioni del recente inasprimento delle condizioni finanziarie e il calo di alcuni indicatori economici. Yellen dovrebbe confermare che la Fed aspetterà di avere il supporto diffuso dei dati macro prima di alzare ancora i tassi. Il rapporto delle vendite al dettaglio di gennaio (venerdì) dovrebbe essere dovish senza una ripresa vera e propria della spesa dei consumatori nel primo trimestre (1°trim).

Le altre Borse

-Cina: “stabilizzazione in corso” – I PMI di gennaio recuperano sopra il livello di 50. L’economia appare in stabilizzazione, con una divergenza tra il settore manifatturiero ancora in decelerazione, seppure decrescente, e quello dei servizi in accelerazione, maggiormente legati ai consumi interni e oggetto dello sforzo di ribilanciamento della struttura dell’economia da parte del governo. Gli ultimi dati in generale sembrerebbero rendere meno urgenti ulteriori interventi di supporto di governo e banca centrale.

-Brasile: “difficoltà” – PMI deboli sotto la soglia di crescita, produzione industriale a picco, inflazione alta. L’economia/politica sono in difficoltà.

-India: “traiettoria di crescita” i PMI di gennaio indicano un aumento del tasso di crescita dell’economia per i prossimi mesi che sembra ben distribuito tra manifatturiero, in recupero, e servizi forti sulla base dell’economia domestica. La traiettoria di crescita sembra beneficiare delle riforme intraprese, seppure lentamente, dal governo e dell’azione della Banca Centrale che ha mantenuto il 2 febbraio i tassi invariati e rimarrà tale in attesa di ulteriori dati sullo sviluppo dell’inflazione.

-Giappone: “continua la crescita” – i PMI confermano livelli superiori al 50, espressione di crescita prospettica, tuttavia non ha rassicurato la Banca Centrale sull’evoluzione dell’economia, tanto che una settimana fa ha deciso di passare ai tassi negativi per fare fronte al rallentamento dell’Asia (Cina in particolare) e raggiungere il target di inflazione in un contesto di calo delle materie prime.

-Svezia: “forte crescita prevista”- I PMI rimangono in zona di forte espansione ma la produzione manifatturiera è scesa al di sotto del consenso. Nonostante ciò la Riksbank è preoccupata per la bassa inflazione e il rischi da un SEK troppo forte tanto che parte del consensus aspetta ancora un taglio dei tassi di 10 bp l’11 febbraio.

-Norvegia: “debole” – la produzione industriale è negativa a dicembre e il PMI manifatturiero recupera ma rimane in zona di decelerazione. La Norges Bank dovrebbe essere più attiva a febbraio.

-UK: “BoE dovish” –  I PMI servizi sono scesi al livello più basso in tre anni questo mese. Anche gli indicatori di sentiment e portafoglio ordini sono bassi. I PMI sono coerenti con la crescita trimestrale economica di circa il +0,6% contro il +0.5% nel quarto trimestre (4° trim). Nonostante ciò, per la maggiore incertezza sulle prospettive e la persistente mancanza di pressioni inflazionistiche, La Bank of England (Boe) ha deciso all’unanimità di lasciare invariati i tassi. Le sue ultime previsioni avallano le aspettative del mercato che i tassi aumenteranno solo alla fine del 2017. La BoE progetta che l’inflazione rimarrà sotto 1% per il 2016 e raggiungerà l’obiettivo del 2% solo nel 1°trim 2018. Anche le prospettive per la crescita economica per il 2016 sono state riviste al 2,2% dal 2,5% di novembre e per il 2017 al 2,4% dal 2,7%. Queste sono le previsioni più deboli da più di due anni.

Cassa Lombarda

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