Brexit, crollo Borse: Milano ha perso il 28% da inizio dell’anno

Borse Ue ancora in calo: Brexit spaventa i mercati
Borse Ue ancora in calo: Brexit spaventa i mercati (Foto Ansa)

MILANO – L’illusione, la timidissima speranza di un rimbalzo dopo il venerdì da incubo post Brexit, si è sciolta come neve al sole nel giro di qualche minuto. Le Borse europee continuano la loro discesa e Milano, come al solito, è tra le peggiori. Con la perdita di oggi 27 giugno Milano fa segnare una cifra da brivido: -28% dall’inizio dell’anno. Il tutto in un contesto in cui anche la sterlina continua a precipitare: dopo il referendum oggi è arrivata ai minimi da trent’anni nel cambio con il dollaro.

Anche il 27 giugno le Borse in Europa segnano rosso dopo il crollo di venerdì 24 giugno all’indomani del voto del Brexit. La Borsa di Milano ha aperto in positivo le prime contrattazioni di lunedì mattina, salvo poi virare nuovamente in rosso perdendo intorno all’ora di pranzo il 2% e rimanere in negativo fino alla chiusura con un meno 3,94%. Negative anche le Borse di Parigi, Londra, Francoforte e Spagna, mentre i mercati in Asia chiudono in positivo. Intanto il governo britannico ha escluso la possibilità che si possa tenere un secondo referendum sull’Unione europea e la sterlina continua a crollare, scendendo a quota 1,31 contro il dollaro, ai minimi da oltre 30 anni.

primi scambi di lunedì mattina hanno mostrato un segnale positivo di ripresa: solo la Borsa di Londra ha aperto in calo dello 0,5%, quelle di Francoforte e di Parigi stabili per poi assestarsi anch’esse su un ribasso di mezzo punto percentuale. Ma sia Piazza Affari (+0,12% in apertura e poi accelerazione fino a una crescita dell’1% e successivo azzeramento dei guadagni) che Madrid (+2,5%), hanno evidenziato il segno positivo, in Spagna anche in scia ai risultati elettorali dopo il rafforzamento del Partito Popolare alle elezioni politiche, sebbene il Pp non sia in grado di esprimere una maggioranza di governo.

A metà seduta però i primi passi indietro, con le sospensioni al ribasso. Piazza Affari, arrivata a un calo superiore al 2%, è così tornata ai minimi da luglio 2013, con la performance peggiore tra le principali piazze europee (Londra perde l’1,3%, Parigi l’1,4% e Francoforte l’1,5% mentre limita le perdite Madrid con -0,7%). Con con 9 titoli congelati (Mps, Mediobanca, Unicredit, Ubi Banca, Bpm, Azimut, Ferragamo, Generali e Mediolanum).

Nuovi minimi per Piazza Affari nella seconda seduta dopo la Brexit. L’indice Ftse Mib cede il 2,37% a 15.349 punti, portandosi ai livelli del luglio 2013, mentre da inizio anno il calo è superiore al 28% e potrebbe essere superiore se non ci fossero i rialzi di Eni (+1,81%), Enel (+1,22%) e Terna (+1,19%). Dopo una nuova ondata di congelamenti Mps cede l’11,67%, Intesa l’8,79% e Unicredit il 7,37%. In calo del 6,8% Bpm e Banco Popolare, mentre Ubi lascia sul campo oltre il 7% e Generali il 5,13%.

Intanto la sterlina continua a crollare, dopo il tracollo del 10% di venerdì 24 giugno quando ha toccato il minimo dal 1985, e ora perde un ulteriore 3,83% assestandosi a quota 1,31 dollari e registrando così il picco di minimo degli ultimi 30 anni.

Alla chiusura di Piazza Affari di lunedì la situazione resta critica, con un calo del 3,94% per l’Ftse Mib dopo il tonfo del 12,5% segnato già venerdì. Perdono soprattutto le banche, in questa nuova fase di forte incertezza sui mercati, con l’indice milanese del comparto giù del 9,23%. La forte volatilità nel corso della seduta si traduce in una serie di sospensioni a singhiozzo su molti dei titoli principali.

Mps alla fine è la peggiore e cede il 13,3%, Mediobanca il 12,8%, Intesa Sanpaolo il 10,9%, mentre Unicredit perde l’8%. Pesante anche Ubi (-6,3%) nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale. Bpm perde il 7,2%, mentre il Banco Popolare lascia il 6,2%. Tra gli altri finanziari, Azimut va già dell’11,8%, Unipol del 10,2% e Generali dell’8,5%. Particolarmente pesante Yoox (-9,6%) che segna una quota importante dei ricavi nel Regno Unito e potrebbe risentire della debolezza della sterlina.

Nel paniere principale riescono a chiudere in marginale rialzo solo Recordati, Terna, Campari e Italcementi. Dopo il rialzo da 0,70 a 0,80 euro dell’Opa offerta dalla cordata Bonomi Rcs termina in rialzo del 5% allineandosi esattamente al prezzo dell’offerta. Si allontana Cairo che con un calo oggi del 5,93% si porta a 4 euro e valuta al concambio 0,64 le Rcs.

Positive invece le borse asiatiche, con quella giapponese in rialzo fin dall’apertura. Lo yen si mantiene stabile con il dollaro, dopo essersi apprezzato fino al 6,7% venerdì, mentre si svaluta ancora la sterlina. La moneta giapponese è ai minimi degli ultimi cinque anni e mezzo sul dollaro. Le Borse cinesi hanno invece aperto in territorio negativo ma hanno poi invertito la rotta e ora viaggiano in positivo, Shanghai a +0,86% e Shenzhen a +1,34%. Infine, chiusura in moderato ribasso per la Borsa di Hong Kong, con l’indice Hang Seng che retrocede dello 0,16% a 20.227,30 punti.

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