Botteghe e servizi: liberi o “accorpati”. Chi ci perde, chi ci guadagna

Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Il “Cresci-Italia” creerà al governo di Mario Monti molti più problemi del “Salva Italia”. Liberalizzare distributori di benzina, fornitori di energia elettrica, farmacie, taxi, mutui, notai, posta, trasporti e acqua può portare qualche vantaggio al consumatore. Anche se in Italia il caso della “liberalizzazione” delle assicurazioni e in misura minore quello dell’acqua si è sempre tradotto in svantaggi enormi per i consumatori.

Certo è che così il governo andrà a un braccio di ferro con tutte le categorie interessate. In tal senso, non è confortante il precedente nel 2007 delle “lenzuolate” dell’allora ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani. Allora bastò uno sciopero dei taxi a paralizzare le grandi città e in particolare Roma. Possiamo solo immaginare l’impatto che potrebbe avere uno sciopero congiunto di distributori di benzina, taxi, farmacie, negozi, fornitori di energia, trasportatori… Intanto a Bologna c’è stata una nervosa assemblea dei taxisti che ha deciso per uno sciopero in tutta Italia il 23 gennaio e a Roma Federfarma ha detto peste e corna sulle proposte di Monti, parlando anche di “una campagna di denigrazione” in atto verso i farmacisti.

Un fronte vasto di battaglie per un “vasto programma”. Esaminiamo la questione categoria per categoria, aiutandoci con gli schemi fatti dal Sole 24 Ore: i contenuti delle riforme che vorrebbe fare il governo, i pro e i contro, il grado di apertura ai cambiamenti delle categorie interessate.

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BENZINA. In Italia la benzina costa 5-7 centesimi in più rispetto alla media europea. Il governo aveva lasciato in sospeso il discorso inserendo all’ultimo nel testo della manovra la norma che avrebbe consentito ai gestori dei singoli punti di vendita di carburante al dettaglio di rifornirsi liberamente da qualunque produttore o rivenditore. Le intenzioni dell’esecutivo sono di prendere in mano quella norma, correggendola. Prevedendo anche contratti con forme di esclusiva verso un marchio. Ma in generale il governo Monti vuole togliere gli ultimi vincoli che impediscono ai benzinai di vendere prodotti “non oil” e creare degli operatori “multimarca”, indipendenti dalle compagnie petrolifere, incoraggiando la diffusione degli impianti interamente automatizzati. Gli operatori dovrebbero avere la possibilità di acquistare il carburante liberamente e direttamente dalle compagnie, o con una borsa pubblica oppure ancora da un “grossista” di benzina.

I VANTAGGI: Una rete di distribuzione razionalizzata potrebbe abbassare il prezzo della benzina. Vero fino a un certo punto perché molto è dovuto alle accise governative, le maggiorazioni-criptotasse che si sono stratificate negli anni.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA: L’Unione petrolifera si oppone agli impianti multimarca, che non riuscirebbero a garantire la manutenzione e la responsabilità per i problemi ambientali, cosa che fa la società energetica con il suo marchio.
GRADO DI APERTURA: Medio.

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TAXI. Girano 40 mila taxi in Italia e il servizio è giudicato da molti costoso e carente. Partendo dalle indicazioni del presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, il governo vuole aumentare la concorrenza nel servizio taxi liberalizzando il settore ed eliminando i controlli amministrativi ex-ante. Poi: rimuovendo le restrizioni alla multi-titolarità delle licenze e aumentandole, le licenze, soprattutto nelle grandi città, con un meccanismo di compensazione per gli attuali titolari, che hanno pagato da 150.000 a 180.000 euro per poter guidare il loro taxi. Per esempio, regalando una licenza a chi ce l’ha già: vendendola si aumenterebbe l’offerta di vetture senza intaccare i diritti acquisiti dagli attuali taxisti. Un’altra proposta è quella di obbligare il servizio telefonico a girare la chiamata alla macchina più vicina al cliente, a prescindere dall’operatore.

I VANTAGGI: Più macchine comportano tempi ridotti e forse anche costi. Una maggiore competizione potrebbe portare a innovazioni tecnologiche che ridurranno i tempi di attesa per i clienti.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA. Secondo i taxisti la liberalizzazione concentrerebbe le licenze nelle mani di poche ricche società, creando un nuovo oligopolio.
GRADO DI APERTURA: Basso

POSTA. Molte idee partono dall’Antitrust, guidata fino a tre mesi fa dall’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Perimetro e durata del servizio universale, affidato a Poste italiane per un periodo di 15 anni, sono giudicati ancora eccessivamente lunghi. Le Poste italiane sono favorite sull’Iva, con il mantenimento della posta massiva nel servizio universale. Secondo l’Antitrust Banco Posta dovrebbe essere scorporato da Poste italiane.

I VANTAGGI. Concorrenza in linea con il resto dell’Europa, dove gli ex monopolisti hanno ridotto fino a meno della metà la loro quota di mercato.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA: Il mercato è già completamente liberalizzato, per decreto, dal 2010. Il sindacato Slc-Cgil si oppone allo scorporo di Banco Posta da Poste.
GRADO DI APERTURA: MEDIO

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FERROVIE. Due i settori da liberalizzare: i servizi di trasporto regionali per i pendolari e l’accesso alla rete, monopolizzata da FS. Quindi il governo vuole abolire il regime di monopolio di FS, abrogare l’articolo che consente il rinnovo dei contratti di servizio fra regioni e Trenitalia per sei anni senza gara e la norma che esclude il trasporto ferroviario regionale dalla disciplina generale dei servizi pubblici locali. Così decadrebbero i contratti di servizio con Trenitalia affidati senza gara e si imporrebbe alle Regioni un obbligo di gara per i prossimi affidamenti dei servizi. Ovvero: qualunque contributo pubblico (del Tesoro o regionale) che viene garantito a un operatore di trasporto ferroviario, pubblico o privato, per fornire un servizio altrimenti fuori mercato, deve essere aggiudicato con una gara. Anche qui l’Antitrust vorrebbe scorporare: Rfi da Trenitalia. Non sarà facile.

I VANTAGGI: Le gare nel trasporto regionale dovrebbero garantire la vittoria del miglior offerente, quindi un servizio migliore e concorrenza fra pubblico e privato come sta per succedere con l’Alta velocità. E poi si aprirebbe finalmente l’accesso alla rete ferroviaria ai nuovi operatori.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA: Le regole ci sono già, ma nel servizio carente per i pendolari la responsabilità è delle Regioni, che non hanno i soldi per acquistare un servizio adeguato.
GRADO DI APERTURA: Medio

FARMACIE. Il governo vuole vendibili (e con possibilità di sconto) fuori dalla farmacia anche le medicine di fascia C con ricetta, eccetto stupefacenti, ricette non ripetibili, farmaci iniettabili, ormoni. Poi si intende aumentare il numero delle farmacie, riducendo il rapporto fra punti vendita e abitanti. Così si otterrebbero dai 2.500 ai 7 mila esercizi in più. Poi Monti vuole provare a raddoppiare il vincolo della multititolarità di 4 farmacie per le società tra farmacisti. Niente più possibilità (o suo allentamento) di mantenere per 2 anni la titolarità della farmacia in attesa che un erede acquisisca la laurea.

I VANTAGGI. Più concorrenza, più punti vendita, farmaci meno costosi
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA. Rischi per la salute dei cittadini, consentendo la vendita dei farmaci con ricetta fuori dalla farmacia. Così si crea un business per supermercati e coop, non si crea sviluppo.
GRADO DI APERTURA: Medio.

PROFESSIONI. Il volume d’affari delle professioni è pari al 15,1% del Pil italiano. Il governo vuole l’abolizione definitiva delle tariffe minime. Separazione tra funzioni amministrative, ovvero la tenuta degli Albi professionali e le funzioni disciplinari. Secondo l’Antitrust c’è un conflitto di interessi con il doppio ruolo di quei professionisti che sono anche giudici dei colleghi nei procedimenti deontologici. Poi c’è la formazione dei professionisti, che deve essere continua e permanente e sottratta dal monopolio degli Ordini. Questi si dovrebbero limitare a “fissare i requisiti minimi dei corsi, uniformi sul territorio nazionale”.

I VANTAGGI: Minori costi per le prestazioni dei professionisti. Concorrenza reale, anche nel mercato della formazione professionale.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA. “A rischio i diritti fondamentali” con l’apertura indiscriminata all’accesso e all’esercizio di professioni. “Diritti a rischio” anche con il depotenziamento del controllo disciplinare e sulla formazione degli iscritti.
GRADO DI APERTURA: Medio.

NOTAI. Il reddito medio dei 4.545 notai italiani nel 2010 è stato di 328.000 euro annui. Il governo vuole aumentare il numero dei notai in ogni distretto, suddividendo le pratiche in modo più equilibrato, per aumentare la concorrenza e diminuire i costi per imprese e famiglie. Più notai significa più opportunità di diventare notai, aumentando la frequenza dei concorsi e riducendo i tempi per conoscere l’esito dell’esame.

I VANTAGGI: Più notai, meno costi, più concorrenza.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA: In quattro anni i notai hanno perso un terzo del reddito. La pianta organica è stata aumentata del 10% nell’ultimo anno.
GRADO DI APERTURA: Basso.

TRASPORTI E SERVIZI PUBBLICI LOCALI. Il ministro Piero Gnudi il decreto attuativo della manovra di Ferragosto. Si tratta dei criteri con cui i Comuni dovranno liberalizzare tutti i servizi liberalizzabili prima di affidare con gara nuovi (o vecchi) servizi “in esclusiva”. Stop alle concessioni rinnovate in automatico e ai monopoli. Le aziende dovranno rendere pubblici “i dati concernenti il livello di qualità del servizio reso, il prezzo medio per utente e il livello degli investimenti effettuati”.

I VANTAGGI: Più concorrenza, meno monopoli si spera portino a un servizio migliore e con tariffe più basse. La qualità e i costi del servizio potranno essere controllati con la trasparenza dei dati.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA. I Comuni tendono a proteggere la loro “proprietà” con l’in-house. Poi per molte aziende mancano i fondi.
GRADO DI APERTURA: Basso.

I referendari contro la liberalizzazione dei servizi idrici locali (Lapresse)

ACQUA. Nonostante il no del referendum di giugno alle liberalizzazioni dei servizi idrici, il governo vuole intervenire comunque. Il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, ha parlato addirittura del referendum come di “un mezzo imbroglio”. Il voto popolare ha detto un grosso “no” alle norme del decreto Fitto-Ronchi ed è andata nella direzione di ridare legittimità all’affidamento in house senza gara. Quello che il governo può fare è rimettere all’in-house i paletti Ue: l’azienda deve essere controllata al 100% dall’ente pubblico, deve svolgere attività prevalente per l’ente controllante, deve essere organizzata come braccio dell’amministrazione.

Su questo punto, per altro, le idee dei referendari e quelle dei liberalizzatori in parte coincidono: limitare l’area grigia delle aziende pubbliche che utilizzano l’affidamento senza gara per acquisire fette di mercato fuori del regime di gara e concorrenza. Ora si dovrebbe arrivare a una distinzione netta che già la manovra di Ferragosto reintroduce per gli altri servizi pubblici locali: in house a gestione pubblica per gli enti locali che lo scelgano oppure affidamento della gestione con gara a privati o ancora scelta con gara del socio privato nelle spa miste. Oltre alle modalità di affidamento, il governo chiederà a tutte le aziende adeguati standard di prestazione nella fornitura dei servizi. Poi il governo vuole istituire un’Autorità centrale che vigili sulle tariffe.

I VANTAGGI: Maggiori investimenti negli acquedotti e nella depurazione. La certezza delle tariffe.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA. L’in-house in monopolio assoluto non viene messo in discussione dalle regole Ue. I referendari temono che un ingresso dei provati faccia crescere le tariffe.
GRADO DI APERTURA: Basso.

BANCHE E ASSICURAZIONI. La prima manovra varata dal Governo Monti ha già stabilito che “è considerata scorretta la pratica commerciale di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che ai fini della stipula di un contratto di mutuo obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca istituto o intermediario”. Inoltre il fenomeno dell’abbinamento al mutuo erogato di una polizza assicurativa è già stato oggetto anche di un’iniziativa dell’Isvap. Il Garante della concorrenza, tuttavia, ha suggerito di intervenire nuovamente per realizzare un intervento chiaro sul fronte della trasparenza, correttezza e qualità dell’informazione al cliente.

Il consumatore dovrebbe poter conoscere il costo connesso al finanziamento e alla polizza, comprese le provvigioni dell’intermediario, nel caso in cui volesse stipulare una polizza con beneficiaria la banca mutuante, rispetto al caso in cui decidesse di non contrarre alcuna polizza. Il governo sta quindi pensando a introdurre una norma che permetta la possibilità di scegliere quale polizza abbinare a garanzia del proprio mutuo, in modo tale che essa non sia necessariamente ricollegabile al gruppo bancario che concede il mutuo stesso. Sul fronte assicurativo, potrebbe essere ritoccato il meccanismo del risarcimento diretto per l’Rc auto, stabilendo dei tetti ai rimborsi ricevuti dalla compagnia del danneggiato, modulati in funzione degli obiettivi di efficienza delle compagnie.

I VANTAGGI: Maggiore trasparenza e clienti più informati, meno esposti a costi non voluti.
LE OBIEZIONI DELLA CATEGORIA: Nessuno impone polizze abbinate al mutuo. I controlli sulle commissioni già ci sono.
GRADO DI APERTURA: Alto.

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