Bpm, no a Bankitalia sulle deleghe. E ora?

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Banca popolare di Milano ha detto no a Bankitalia: no all’aumento delle deleghe da 3 a cinque. Sì, invece, all’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro. Per aumentare le deleghe servivano i due terzi di voti a favore: è arrivato, invece, il 55% di voti contrari. Un segnale, spiega Sergio Bocconi sul Corriere della Sera, difficile da interpretare in modo diverso da un no a Bankitalia. La domanda che si fa Bocconi, però, è un’altra: “E ora?”

“Il primo passo dei vertici della Bpm  – scrive –  sarà l’incontro «a brevissimo» con Bankitalia. Perché, nonostante i vertici nazionali dei sindacati bancari abbiano subito sottolineato che non si tratta di un no a Via Nazionale, la bocciatura dell’assemblea può difficilmente essere letta in modo diverso. E per la Bpm, che con il titolo ai minimi storici a 1,5 euro si appresta a varare un maxiaumento di capitale da 1,2 miliardi, si profila una difficoltà in più”.

Quanto al mancato aumento delle deleghe, per Bocconi potrebbe essere “un inciampo che ha più valore «simbolico»” visto che, come spiegato dal presidente  Massimo Ponzellini, “le deleghe potrebbero essere presto alzate per legge. Si parla in effetti di un provvedimento inseribile nella manovra e che porterebbe il range obbligatorio delle deleghe fra cinque e 10”.

La situazione per Bpm, secondo Bocconi, resta “in salita”. La banca, spiega,  “paga la sua governance, un deficit «valutato» da Bankitalia, insieme a inefficienze e altro, almeno in 130 punti base sui ratio patrimoniali. Da recuperare con il «cantiere sulla governance» di cui ha parlato ieri Ponzellini, con il piano industriale che, ha detto il direttore generale Enzo Chiesa, sarà presentato a metà luglio, e con la ricapitalizzazione. Operazione che non si presenta facile, anche se ha il salvagente del consorzio di garanzia organizzato da Mediobanca e ora finalizzato con 10 istituti esteri”.

Intanto rimane il problema della valutazione di Bpm. Problema sollevato sabato dal direttore generale Enzo Chiesa: “La sola Banca di Legnano è stata valutata 1,2 miliardi con 130 sportelli”, mentre, spiega Bocconi,  “la Bpm con 900 in Borsa ne vale poco più della metà”.

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