BRASILIA – Il Brasile concludera' il 2011 con il sesto Pil del mondo – 2,4 trilioni di dollari – superera' l'Italia e nei prossimi anni puntera' al sorpasso anche con la Francia. Ma non solo: il suo ritmo di crescita e' inferiore solo a quello della Cina. L'annuncio trionfale e' arrivato dal ministro delle finanze Guido Mantega, che ha convocato i giornali per smentire le previsioni della Banca Centrale, convinta che nel 2012, la crescita economica brasiliana si fermera' al 3,5%.
''La Banca Centrale – ha detto il ministro – e' piu' precisa in fatto di inflazione, ma non in merito all'aumento del Pil'', ha precisato Mantega. Ed ha snocciolato i 'suoi' dati: crescita del 2011 tra 3 e 3,5%, con il sorpasso nei confronti dell'Italia e il sesto posto del Brasile ''dopo Usa, Cina, Germania, Giappone e Francia''.
Ma nel 2012 ''la crescita sara' attorno al 4,7%'' e questo, ha detto sorridendo soddisfatto Mantega, significhera' che ''il Paese, in fatto di crescita, perde solo con la Cina e si consolida tra le dieci maggiori economie del mondo: dobbiamo esserne orgogliosi''.
''E potremmo andare ancora meglio, se il Paese non subisse gli effetti della crisi europea e della lenta crescita degli Usa'', ha anche sottolineato il ministro. Per poi precisare: ''La crisi internazionale ha avuto un impatto dallo 0,5 ad un punto percentuale sul Pil, a causa del calo della domanda esterna''.
Per questo, come gia' fanno altri Paesi della regione, in particolare l'Argentina, il Brasile puntera' come non mai sul consumo interno. Giusto oggi, la presidente Dilma Rousseff che, lo scorso gennaio, per far fronte all'inflazione, era ricorsa ad un aggiustamento per 30 miliardi, e' riuscita a farsi approvare dal Parlamento un bilancio di previsione per il 2012 che, tra l'altro, prevede 33 miliardi di dollari in opere pubbliche.
Insomma puntera' al maggior rialzo del Pil di cui ha parlato Mantega. Anche perche' questa politica sta dando i suoi frutti sociali visto che, in novembre, il tasso di disoccupazione e' stato del 5,2%, il piu' basso della storia del Paese.
Una realta' che la presidente vuole mantenere a tutti i costi. Tant'e' che, l'altro ieri, dopo aver elogiato che il blocco del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) ha alzato i dazi doganali per l'import extrazona di 100 posizioni e non ha scartato nuove misure in tal senso.
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