Buoni pasto, nuove regole, ci si può fare la spesa ma solo fino a 10

ROMA – I buoni pasto si potranno usare per fare la spesa, ma si potranno cumulare solo fino a un massimo di 10. Si tratta della nuova direttiva del Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico) sui ticket restaurant.

Il Mise ha preparato un decreto, legato al nuovo codice degli appalti. Prevede che si possano usare insieme 10 ticket restaurant e limita lo sconto che le società chiedono agli esercenti. Parere positivo da Anac (l’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone) e Consiglio di Stato, che chiede però di limare leggermente il numero di buoni cumulabili.

AdnKronos entra nello specifico del provvedimento:

Il parere si sofferma, tra l’altro, sul superamento del divieto assoluto di cumulabilità dei buoni pasto, attualmente previsto e sostanzialmente inapplicato condividendo invece l’indicazione contenuta nel provvedimento del Mise che ne consente l’utilizzo cumulato entro il limite di 10. Il Consiglio di Stato però suggerisce una “pur lieve riduzione” di questo limite per evitare “effetti non propriamente neutri sulle diverse categorie di esercizi” e rischi legati al possibile “snaturamento delle caratteristiche del buono pasto”, che resta un titolo “rappresentativo del servizio sostitutivo di mensa” e “non può essere utilizzato come una sorta di buono spesa universale e surrogato del danaro contante”.

Sì dei magistrati anche sulla scelta del provvedimento del governo di non introdurre, per i titoli “non elettronici”, l’obbligo di indicazione sul buono del nominativo del titolare. È una scelta che segue una “apprezzabile ottica di semplificazione” e che non pregiudica le finalità di accertamento, assicurate comunque dall’obbligo di firma del titolare al momento dell’utilizzo. E parere favorevole anche alle misure contro il ritardo nei pagamenti agli esercizi convenzionati, salvi alcuni miglioramenti del testo, per renderle ancor più efficaci.

Il parere dei giudici amministrativi affronta poi il fenomeno dell’aumento indiscriminato dei “servizi aggiuntivi” richiesti dalle società emettitrici di buoni pasto agli esercenti, che comporta una traslazione sulla rete degli esercizi convenzionati degli elevati ribassi presentati dalle stesse società emittenti in sede di offerta economica.

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