Per chi ha figli maggiorenni arrivano novità nella busta paga del 2025: attenzione alle detrazioni fiscali, tutto quello che c’è da sapere
Ci sono nuove decisioni, prese dal Governo Meloni che penalizzano economicamente i genitori che hanno figli a carico maggiorenni, ma non ancora autosufficienti. Si tratta di un classico italiano spesso preso di mira a seconda della convenienza.
Secondo quello che potrebbe anche essere interpretato come uno stereotipo del Bel Paese, i giovani fanno fatica a lasciare il tetto genitoriale, rispetto ai giovani del resto d’Europa, soprattutto del Nord Europa, dove ragazzi e ragazze appena maggiorenni vanno a vivere da soli.
Mettendo da parte il dibattito, che apre diverse questioni e sfaccettature, esaminiamo concretamente quello che scaturisce la novità della manovra finanziaria che mette al centro quei figli definiti neet, ( o come già definiti in passato “bamboccioni”) cioè giovani che non studiano, non lavorano e dipendono economicamente dai genitori.
Penalizzazione per le famiglie povere?
Ci sono novità nella busta paga del 2025 che interessa soprattutto quei genitori che hanno figli a carico. Il Governo infatti ha eliminato le detrazioni fiscali per i figli che vivono sulle spalle dei genitori con più di 30 anni, che finora permettevano di ridurre le tasse da pagare (fino a circa 80 euro al mese, nei casi migliori).
Cosa significa concretamente? Che chi ha figli adulti non autosufficienti vedrà diminuire lo stipendio netto o pagherà più tasse. Questa misura esclude solo i figli con disabilità, per i quali la detrazione rimane valida. Un figlio è considerato “a carico” se ha un reddito molto basso: meno di 4.000 euro l’anno fino ai 24 anni, e meno di 2.840 euro sopra questa soglia; e anche se non è sposato e non ha figli.
Per questi figli, i genitori ottengono delle detrazioni fiscali che riducono l’IRPEF, cioè la tassa sul reddito. Esempi:
– 950 euro l’anno di risparmio per ciascun figlio di almeno 3 anni;
– 1.220 euro l’anno per ogni figlio sotto i 3 anni.
Maggiorazioni aggiuntive sono previste per famiglie numerose o con figli disabili.
Molti vedono questa decisione come una penalizzazione per le famiglie più povere perchè si traduce in meno soldi in casa. Senza detrazioni, lo stipendio netto si riduce (950-1150 euro in meno all’anno, a seconda dei casi). E per di più si aggiungono le regole ISEE più severe: in precedenza, i figli maggiorenni con redditi bassi potevano formare un proprio nucleo familiare ISEE se non vivevano più con i genitori. Dal 2023, però i figli sopra i 26 anni non sposati e senza figli restano nel nucleo familiare dei genitori per il calcolo dell’ISEE. Questo ha reso più difficile accedere all’Assegno di Inclusione (che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza). Potremmo dire paradosso o cane che s morde la coda.
La domanda nasce spontanea: perché queste misure? Il governo sembra voler combattere spietatamente il fenomeno dei neet, spingendo i giovani adulti a lavorare (ci si chiede dove?) e soprattutto ridurre il carico economico sullo Stato.