Calcolo della pensione: come sapere se è corretto

Le problematiche e i dubbi relativi al calcolo della pensione sono sicuramente una preoccupazione lontana per i giovani lavoratori (per andare in pensione anticipata occorrono quasi 42 anni di contributi se donne e quasi 43 se uomini); lo stesso non si può dire riguardo a chi ha raggiunto il traguardo pensionistico e constata che l’importo mensile della propria pensione è molto più basso dello stipendio percepito prima della quiescenza. Peraltro bisogna anche fare i conti con il fatto che molte persone, per errori di calcolo, ricevono una pensione più bassa di quella a cui avrebbero diritto.  

Chi effettua il calcolo della pensione?

Il calcolo della pensione può essere effettuato presso gli enti previdenziali, come ad esempio l’INPS, i CAF, i patronati, i sindacati ecc.; il servizio è spesso gratuito, ma, sfortunatamente, non mancano i casi di calcoli errati per difetto, come ha dimostrato una ricerca della rivista Altroconsumo.

È per evitare questi errori che può essere decisamente consigliabile richiedere un controllo presso realtà serie e professionali, effettuando ad esempio il calcolo pensione con MiaPensione, un servizio dedicato ai pensionati e a coloro che sono prossimi al pensionamento. Gli esperti che operano per questi servizi garantiscono un calcolo certificato della pensione: l’utente potrà quindi sapere se l’importo che gli viene erogato è quello corretto oppure se quello effettuato dall’ente previdenziale è errato per difetto. In quest’ultimo caso, potranno essere richiesti ricalcolo e rimborso pensione; il ricalcolo potrebbe portare a rimborsi molto importanti, mediamente superiori ai 2.000 euro annuali, una cifra sicuramente considerevole. 

Quanti tipi di pensione esistono?

Lo Stato italiano eroga diversi tipi di pensione fra i quali si ricordano principalmente i seguenti: vecchiaia ordinaria, anticipata, di invalidità, di reversibilità, di guerra.

Le pensioni più comuni sono quelle di vecchiaia ordinaria e anticipata; la prima, in base ai requisiti definiti dalla Riforma Fornero, prevede il pensionamento a 67 anni di età; altro requisito necessario è l’aver versato almeno 20 anni di contributi previdenziali; la seconda, invece, prevede il pensionamento con i requisiti contributivi di 42 anni e 10 mesi nel caso degli uomini e di 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne. Le casistiche comunque sono moltissime e possono esserci eccezioni a queste regole generali.

Pensioni: una breve riflessione

Nel nostro Paese il tema “pensioni” è da anni all’ordine del giorno e ha rappresentato una delle problematiche più spinose per i vari governi che nel corso degli anni si sono succeduti; periodicamente si parla di riforma pensionistica, ma a tutt’oggi non è stata trovata una soluzione definitiva in grado di accontentare tutti senza gravare troppo sulle casse dello Stato; del resto il problema non è solo italiano, perché anche in tutto il resto d’Europa si registra una crisi strutturale dei vari sistemi pensionistici. Per quanto riguarda l’Italia, l’ultima grande riforma pensionistica risale al 2012 ed è la Fornero che ha sostituito la precedente, la Riforma Dini, in vigore dal 1995 fino alla fine del 2011. Fatto sta che, tendenzialmente, si allungano i tempi di pensionamento e il tasso di sostituzione, che in passato arrivava anche al 90%, adesso è spesso inferiore al 60%. È proprio per questi cambiamenti e i numerosi fattori di cui tener conto che rivolgersi a professionisti preparati per un giusto calcolo della pensione è una scelta da prendere in debita considerazione. 

Gestione cookie