Camfin, i Malacalza chiedono la scissione. No di Tronchetti Provera

Camfin

MILANO-  La famiglia Malacalza ha comunicato a Marco Tronchetti Provera di volere il divorzio per “andarsene” tramite la scissione di Gpi con il 13% di Camfin. La famiglia genovese ritiene che il patto non sia stato rispettato e ha quindi chiesto che le venga trasferita ”senza indugio” la propria parte della holding, inclusa la quota del 13% nella societa’ (a sua volta azionista Pirelli al 26,2%).

La risposta di Tronchetti non si è però fatta attendere: le richieste di Malacalza, ha fatto sapere, ”non potranno trovare accoglimento” nella sede arbitrale già prevista dagli accordi parasociali. E’ questo l’ultimo atto di uno scontro in corso ormai da agosto con intensità crescente.

La Malacalza Investimenti ha fatto sapere di aver inviato ”formale comunicazione” sia a Gpi e sia all’accomandita di Tronchetti in cui ha contestato il mancato rispetto dei patti in essere, appunto, chiedendo il trasferimento in proprio favore di un ”compendio patrimoniale di Gip”, l’attivo tolte le passivita’, proporzionale alla propria quota. Per la sapa e per Gpi, però, si tratta di contestazioni ”pretestuose e infondate” su ”pretesi inadempimenti e violazioni degli accordi in essere”.

Viene difesa poi la recente emissione del bond convertibile Camfin ricordando che anche il parere pro veritate di Franco Anelli aveva escluso che fosse contraria ai patti. ”Sono del tutto insussistenti i presupposti per l’attivazione della scissione di Gpi” hanno affermato quindi la sapa e Gpi ricordando che il bond e’ stato emesso ”in attuazione degli impegni assunti da Camfin stessa nell’ambito degli accordi con le banche finanziatrici”.

L’alleanza tra Malacalza e Tronchetti risale al 2010 e fino a quest’estate era proseguita senza particolari scossoni: la holding della famiglia genovese, oltre al 12,1% posseduto direttamente in Camfin aveva rilevato un pacchetto del 30,9% circa di Gruppo partecipazioni Industriali – Gpi spa, holding controllata da Tronchetti cui fa capo il 41,7% della stessa Camfin. Davide Malacalza è  vice presidente Camfin, mentre in Cda per la famiglia siede anche Vittorio, che nell’ambito dell’alleanza è vice presidente Pirelli.

La controversia è deflagrata però in agosto quando hanno iniziato a filtrare le prime notizie sulle opinioni divergenti tra i due alleati sull’indebitamento Camfin: per i Malacalza questa avrebbe dovuto varare un aumento, anche in vista della gia’ allora piu’ che probabile ristrutturazione a valle in Prelios. Camfin ha scelto invece la via della ristrutturazione del debito con contestuale emissione di un bond convertibile lanciato poi sul mercato il 12 ottobre per 150 milioni di euro. Di settimana in settimana negli ultimi mesi le posizioni dei due ex alleati si sono fatte sempre più distanti, includendo un esposto in Consob presentato dai Malacalza contro Tronchetti, accusato di conflitto di interessi, in una situazione gia’ abbastanza tesa e arricchita dalla più che inconsueta pubblicazione di vari carteggi da parte del sito Indymedia, su cui invece aveva fatto un esposto Tronchetti agli inizi di settembre. Oggi l’ultimo strappo. .

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