Le campagne nere della mafia: 150mila animali rubati, 25mila aziende chiuse

Le cifre del rapporto Cia: 350 mila agricoltori vittime della mafia. Ogni giorno 240 reati, furti in aumento

ROMA – Ogni anno 25 mila aziende agricole sono costrette a chiudere per colpa dei debiti o degli strozzini.  Ogni anno dalle campagne spariscono 150 mila capi di bestiame: svaniti nel nulla, certamente destinati alla macellazione clandestina. Sono due dei numeri delle campagne “nere”, dell’agricoltura in mano alla mafia, al sud e non solo.

Di numeri ce ne sono altri: 350 mila gli agricoltori vittime della mafia tra i racket, pizzo, strozzinaggio, aggressioni, rapine. 240 i reati accertati ogni giorno nel solo settore agricolo. 50 miliardi complessivi il giro d’affari della mafia tra coltivazioni, macelli e attrezzi agricoli.

Il tutto è stato raccolto e messo nero su bianco dalla Confederazione italiana agricoltori che insieme alla Fondazione humus ha organizzato il materiale nel IV Rapporto sulla “Criminalità in agricoltura”. Perché il caporalato, che più degli altri fenomeni occupa le pagine dei giornali è in realtà solo un aspetto del problema. Lo sfruttamento mafioso, infatti, si è fatto diversificato e complesso.

Soprattutto, spiega il rapporto, a rischio non sono più solo le campagne del sud: il fenomeno dello sfruttamento mafioso della terra inizia a migrare verso le regioni del Nord. Per un caporalato e uno sfruttamento della manodopera extracomunitaria che non accenna a calare ci sono fenomeni in crescita. Prima di tutto l’usura. Le mafie sfruttano la crisi degli agricoltori e così in mano agli strozzini finiscono 20 mila agricoltori ma a essere indebitata è un’azienda agricola su tre.

E quando non si chiude per debiti ci si mettono i furti. Aumentano sia quelli di bestiame sia i furti dei prodotti coltivati. Non sono “furtarelli occasionali” ma colpi organizzati e sistematici in grado di mandare in fumo un anno di lavoro. E poi ci sono gli agnelli che spariscono prima di pasqua e tutti i 150 mila capi di bestiame svaniti nel nulla. Con un non trascurabile rischio per la salute: macellazione clandestina non è di certo garanzia di sicurezza e igiene.

Infine anche i furti di rame in continuo aumento come il prezzo del metallo sul mercato. Significa che da un giorno all’altro un’azienda si trova senza elettricità e senza poter muovere le macchine. Con conseguenze facilmente immaginabili. Conseguenze che fanno il gioco delle mafie.

 

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