Fiat, monito della Camusso alla Fiom: “L’esito del referendum su Mirafiori deve essere accettato”

Susanna Camusso

”Se si è teorizzato che il referendum è sempre lo strumento di accertamento della volontà dei lavoratori allora bisognerà prendere atto del risultato anche questa volta” e ”rispettare il voto” anche se vince il sì”. Lo afferma, in una lunga intervista al Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ribadendo di continuare a pensare ”che sia preferibile restare dentro la fabbrica” piuttosto che ”subire un disegno di esclusione a danno della Fiom”.

Pur abbracciando la via della ‘firma tecnica’ (”si può accettare il risultato per tutte le materie contrattuali dell’accordo, ma non per quelle indisponibili”) Camusso ripete il giudizio ”negativo” sull’accordo di Mirafiori, che i lavoratori dovrebbero bocciare perché ”tocca materie indisponibili, come il diritto di sciopero o l’esclusione di un sindacato”. Certo, i lavoratori ”hanno di fronte una scelta difficile perché il referendum é stato presentato in definitiva come una scelta per il posto del lavoro” ma ”l’accordo è sbagliato” e il ”modello Marchionne” rappresenta ”una privazione rispetto agli attuali due livelli contrattuali, nazionale e intergativo e non va bene per un sistema produttivo frammentato come il nostro”.

Il ministro Sacconi, poi, ”è stato complice dell’impresa invece che arbitro della trattativa”. Sbaglia però anche la Fiom quando parla di ‘Marchionne fascista’ e ‘operai schiavi’: ”La Fiom – dice il leader della Cgil – alle volte esagera a interpretare se stessa come avanguardia. E invece non dobbiamo mai dimenticare che siamo un sindacato e che non possiamo esorcizzare le paure dei lavoratori semplicemente lanciando la palla più in avanti”. In ogni caso ”non abbiamo certo bisogno di essere presi dalla frenesia scissionista che tanti problemi ha creato alla sinistra politica”.

Ora è ”complicato” anche pensare di sedersi di nuovo al ‘tavolo per la crescita’ ”per fare un confronto con qualcuno che pensa che la Cgil debba sparire. Vogliamo capire di questo disegno che cosa ne pensano Confindustria, Cisl e Uil”. Perché, chiede Camusso a Bonanni ”non ha evitato almeno la sopressione del diritto dei lavoratori ad eleggere proprio rappresentanti in fabbrica?”. Senza contare ”la clausola senza precedenti” che vuole l’uninamita’ di azienda e sindacati firmatari per l’adesione successiva all’intesa di un’altra sigla.

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