Capitali all’estero: se li reinvesti in azienda tasse al 27% e sanzioni ridotte

Capitali all'estero: se li reinvesti in azienda tasse al 27% e sanzioni ridotte
Capitali all’estero: se li reinvesti in azienda tasse al 27% e sanzioni ridotte

ROMA – Capitali all’estero: se li reinvesti in azienda tasse al 27% e sanzioni ridotte. Gli imprenditori che possiedono capitali non dichiarati all’estero potranno farli rientrare pagando le imposte evase con un’aliquota fissata al 27%. In questo modo si vedranno ridurre le sanzioni previste, a patto però che le somme rientrate vengano reinvestite in azienda e tenute lì per almeno 5 anni. La misura, concordata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il ministro dello Sviluppo Federica Guidi, sarà contenuta in un decreto ad hoc (“Finanza per la Crescita”) che verrà presentato in Consiglio dei Ministri al massimo entro il 20 giugno.

Tutto il decreto punta a favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Oltre al rientro agevolato dei capitali all’estero, altri provvedimenti verranno introdotti, come la detassazione (Ires e Irap) del 50% sugli investimenti aggiuntivi in beni strumentali e beni immateriali (brevetti e software) e l’allargamento dei canali di accesso al credito (licenza di prestare soldi anche a compagnie assicurative, fondi di credito e società di cartolarizzazione).

Tornando al rientro di capitali dall’estero, la misura si attiva attraverso la “voluntary disclosure”, ovvero l’adesione volontaria che fra l’altro consentirà agli intermediari di fare da consulenti agli imprenditori che aderiscono senza troppi timori visto che beneficeranno di una “specie di scarico di responsabilità” (Corriere della Sera). Con capitali si intende beni immobili, beni artistici, società, fondi e trust, oltre ai liquidi (la Banca d’Italia stima una fuga di soldi parcheggiati illecitamente all’estero di 300 miliardi).

 

 

 

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