Cappellani e ufficiali, con lo stipendio da generali. Forse finisce

Cappellani e ufficiali, con lo stipendio da generali. Forse finisce
Cappellani e ufficiali, con lo stipendio da generali. Forse finisce

ROMA – Cappellani e ufficiali, con lo stipendio da generali. Forse finisce. Attualmente nelle forze armate i cappellani militari sono inquadrati come ufficiali: il Governo ha intenzione di applicare anche a questo ambito (non definito dai vincoli del Concordato) una spending review per scucire le stellette automatiche ai sacerdoti. Sono 173 i cappellani addetti all’assistenza spirituale delle truppe a portare i gradi di generale, colonnello, capitano, tenente.

E siccome il loro stipendio è commisurato al grado, costano allo Stato parecchio, circa una ventina di milioni di euro l’anno. Ma questa equiparazione automatica potrebbe interrompersi qui, grazie anche alla collaborazione e una primo assenso di massima dell’Ordinariato militare, una specie di ibrido istituzionale, metà diocesi sotto il controllo della Chiesa e metà ufficio dello Stato.

L’attuale presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) Angelo Bagnasco, per dire, da ex comandante dei cappellani dal 2003 al 2006 riceveva lo stipendio di un Generale di Corpo d’Armata (oggi Tenente Generale) e continua a percepirne la relativa pensione cui ha diritto ( e che devolve in beneficenza). Il Comandante in carica, l’arcivescovo monsignor Santo Marcianò si sarebbe detto possibilista sulla fine del regime vigente durante dei colloqui esplorativi con il ministro della Difesa Roberta Pinotti. C’entra il nuovo corso “francescano” imposto da Papa Bergoglio: l’importante è che venga garantita la sopravvivenza della funzione dei cappellani, appunto l’assistenza spirituale.

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