GENOVA – Carige, la ex Cassa di risparmio di Genova, avrà un nuovo presidente, che sarà scelto il 30 settembre. Quello di Piergiorgio Alberti appare come il nome favorito per la successione a Giovanni Berneschi, che ha tenuto la carica per 25 anni in modo assoluto. Altri nomi che circolano sono quelli di Alessandro Repetto (ex presidente della Provincia di Genova, ex parlamentare del Ppi ed ex alto dirigente della Carige, nessuna parentela con Flavio Repetto) e di Cesare Castelbarco Albani, agente marittimo, neopresidente di Carige Italia, l’istituto cui fanno capo i 353 sportelli extra-Liguria e già consigliere di Banca Leonardo.
Ma Piergiorgio Alberti sembra incontrare i favori dei più. Le carte in regola le ha: è già nel Consiglio e nel Comitato esecutivo di Carige, avvocato cassazionista e professore di diritto amministrativo, Alberti è uno dei tre “principi” (con l’ex sindaco Giuseppe Pericu e l’ex parlamentare dell’Ulivo Lorenzo Acquarone) del Tar genovese. Fama di persona onesta, stimato nel centrosinistra e nel centrodestra e anche in Curia (è nei Cda dell’Ente Ospedaliero Galliera e della Fondazione Opera di Padre Pio).
Tra i soci domina la Fondazione, con il 47%, e le spettano 7 consiglieri su 15. Il primo degli eletti diventa presidente. Ci saranno anche tre donne, nel nuovo Consiglio di Carige, non per scelta genovese ma per legge. I nomi dovranno essere depositati entro il 5 settembre, per essere sottoposti al vaglio di Banca d’Italia
Ma non ci saranno solo nuovi nomi per Carige: come ha scritto Teodoro Chiarelli sulla Stampa, anche la governance
“sarà profondamente rinnovata. Il presidente avrà funzioni di indirizzo strategico e di rappresentanza, ma non si occuperà, come è avvenuto finora con Berneschi, della gestione operativa. Questa dovrebbe essere affidata in una prima fase all’attuale direttore generale Ennio La Monica, se non altro per non creare altri traumi alla struttura. Si deciderà in un secondo tempo se ricercare un amministratore delegato”.
E non ci saranno per il nuovo Consiglio e il nuovo presidente solo problemi di struttura e organizzazione. In ballo c’è soprattutto un fabbisogno di 800 milioni di euro di rafforzamento patrimoniale chiesto dalla Banca d’Italia, cui gli analisti dubitano la banca possa fare fronte solo con dismissioni (Carige Assicurazioni, Carige Vita, le partecipazioni autostradali).
È diffusa infatti la convinzione, ha scritto Laura Galvagni sul Sole 24 Ore,
” che la banca dovrà mettere in pista una ricapitalizzazione. Iniezione di liquidità, alla quale la Fondazione, per diverse ragioni non potrà partecipare”.
È in corso una ricerca di nuovi azionisti, il cui ingresso porterebbe a una diluizione della Fondazione, accettabile, riferisce Laura Galvagni, fino a una quota minima del 30-33%.
Tra i potenziali nuovi azionisti Galvagni indica Beniamino Gavio, che ha vasti interessi a Genova dintorni, buoni sentimenti nel Pd una buona liquidità:
“La recente uscita da Impregilo ha fruttato a Gavio un incasso netto vicino ai 130 milioni”