Caro energia, penuria cibo: agricoltori tagliano produzione. Cresce la protesta degli allevatori e degli agricoltori contro il caro bollette scesi in piazza in una trentina città italiane dal Nord al Sud.
Caro energia, penuria cibo: agricoltori tagliano produzione
Una mobilitazione generale organizzata dalla Coldiretti contro l’aumento dei prezzi per le famiglie, mentre i compensi riconosciuti ai produttori di cibo non riescono nemmeno a coprire i costi.
Non vogliono fermare il lavoro nei campi e nelle stalle, nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni in atto che riguardano tutti i prodotti del made in Italy.
La realtà, denuncia la Coldiretti, è che per potersi permettere un caffè al bar, gli allevatori devono mungere 3 litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione. Questo considerando che gli aumenti vanno dal 70% per l’energia con picchi del 110%, al 40% per l’alimentazione per gli animali.
Un contadino su tre costretto a tagliare la produzione di cibo
Ettore Prandini della Coldiretti che chiede “una corretta ridistribuzione del valore all’interno della filiera”, inviando una lettera appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
E invocando interventi immediati per l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio, contro speculazioni e rincari.
Parlano chiaro i dati di un’indagine Coldiretti/Ixè. Con l’esplosione dei costi energetici il 30% degli agricoltori italiani è costretto a ridurre la produzione di cibo. Con ciò mettendo a rischio le forniture alimentari.
I rincari in bolletta si abbattono poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi. Con il paradosso che molto spesso costano più del cibo che contengono.
Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ricorda la Coldiretti su dati Ismea, ha raggiunto i 46 centesimi al litro, molto al di sotto del prezzo di 38 centesimi riconosciuto oggi a una larga fascia di allevatori.