Carte di credito: da oggi costano meno per clienti e commercianti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2016 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Carte di credito: da oggi costano meno per clienti e commercianti

Carte di credito: da oggi costano meno per clienti e commercianti

ROMA – Carte di credito: da oggi costano meno per clienti e commercianti. Da oggi carte di credito e bancomat costano meno: è entrato infatti in vigore il nuovo regolamento europeo che impone un tetto alle commissioni e regole più trasparenti. Tetto alle commissioni: in particolare la novità più importante riguarda le carte a debito dei commercianti, gravati a volte da commissioni così alte da rendere più conveniente il pagamento in contanti.

Ora l’Unione Europea ha imposto un tetto per cui  le cosiddette “commissioni di interscambio” non potranno superare lo 0,2 per cento del valore della transazione per le carte di debito e lo 0,3 per quelle di credito.

Per capire bene cos’è una commissione di interscambio basta dire che quando un consumatore effettua un acquisto con la sua carta di credito o di debito, la banca del commerciante versa una commissione a quella che ha emesso la carta di pagamento. La commissione di interscambio è quindi dedotta da quello che la banca versa al commerciante a transazione avvenuta. Su La Stampa Alessandro Barbera spiega anche le novità sulla trasparenza.

Le nuove regole riguardano anche la libertà di scelta del consumatore rispetto al tipo di pagamento. Molte carte includono obbligatoriamente più canali: in Italia avviene ad esempio con il circuito Bancomat e Maestro. Con le nuove regole, i consumatori e il commerciante potranno sceglierne uno solo o una carta unica. Il sistema in vigore è infatti opaco: in caso di marchi diversi, le banche fatturano ai dettaglianti una commissione unica per le operazioni, anche se la commissione pagata era diversa per ciascun marchio. Ora, a meno che a chiederlo esplicitamente non sia il dettagliante, le banche dovranno precisare la commissione legata a ciascuna operazione. (Alessandro Barbera, La Stampa)