ROMA – Casinò italiani in crisi, soppiantati dal gioco on line, dai gratta e vinci e dal superenalotto. Fabio Poletti per il quotidiano la Stampa è andato a guardare i bilanci delle principali sale d’azzardo: il piatto piange ovunque ma la maglia nera va a Saint Vincent, da oltre 70 anni cassaforte della Regione Valle d’Aosta, che ora dovrà imparare a fare a meno dell’ingente quota.
A leggere la Stampa, la situazione a Saint Vincent è disastrosa: il casinò è sotto di 38 milioni e ce ne vorrebbero almeno 15 per andare avanti, gli stipendi dei dipendenti sarebbero garantiti solo fino ad aprile prossimo.
Non se la passano granché bene neppure gli altri grandi casinò italiani. Venezia con le sue due sedi di Cà Vendrami Calergi (estiva) e Cà Noghera (invernale) vanta 2 milioni di euro di deficit e si sta lavorando alla revisione degli accordi sindacali. Quello di Sanremo ha messo in campo 60 uscite tra i 320 dipendenti. A Campione d’Italia il bilancio del 2016 si è chiuso con meno 2,3 per cento di fatturato rispetto al 2015.
Per Domenico Falcomatà segretario generale della Cgil Valdostana, non è solo colpa dei competitor online. La situazione italiana si deve anche a una mancanza di adeguamento ai tempi. “All’estero – spiega alla Stampa – puntano già all’intrattenimento tout court, da noi si pensa solo al gioco”. A Montecarlo l’intrattenimento è totale, a gennaio per esempio c’è stato persino uno show di Beyoncé, e in Slovenia offrono servizi a 360 gradi. Senza contare quanto accade Oltreoceano. A Las Vegas i charter arrivano 24 ore al giorno, le slot machine non si fermano mai e magari ti offrono pure il drink e la suite nella piramide all’hotel.
Scrive Poletti sulla Stampa:
Quello più in pericolo è St.Vincent dove rischia di saltare il banco. La proprietà è al 99% regionale, il Consiglio è stradiviso tra sostenere e affossare, ma la società di gestione lavora in totale autonomia. Come ha ricordato l’altro giorno in aula il presidente regionale Augusto Rollandin: «Le decisioni sui licenziamenti vengono prese dall’azienda. Il parere pro veritate ci serve per non perdere più tempo. Occorre capire cosa vogliamo fare e come arrivarci». Ma intanto i lavoratori a St.Vincent hanno già accettato con 2 referendum il taglio delle retribuzioni ma si oppongono al taglio pure dei posti di lavoro.