Cassa Integrazione e Banche, Inps di mezzo e Pm dietro l’angolo bloccano i soldi

ROMA – Cassa Integrazione e Banche, dalla prima dovrebbero, dovevano arrivare i soldi, i miliardi, per i lavoratori dipendenti rimasti senza stipendio causa chiusura aziende per lockdown.

Dalle banche dovrebbero, dovevano arrivare i soldi dei prestiti alle aziende rimaste chiuse. Prestiti garantiti dallo Stato.

Ma i soldi non sono arrivati e non arrivano se non in piccola parte e con lentezza non solo esasperante. La lentezza nell’erogazione dell’aiuto di emergenza spesso può rendere inutile l’aiuto. I soldi alle famiglie e alle aziende servivano ieri, servono oggi. Giorni, massimo settimane. Non mesi.

Perché, in concreto, i soldi non arrivano?

Cassa Integrazione, ecco una…indefinibile realtà. Funziona così, abbiate la pazienza di seguire tutti i passaggi.

Uno: azienda fa richiesta alla Regione, richiesta di Cassa Integrazione.

Due: la Regione approva e trasferisce all’Inps nazionale.

Tre: l’Inps nazionale trasferisce la domanda a Inps territoriale.

Quattro: Inps territoriale esamina, poi, senza aver obbligo di avvisare azienda, mette su suo portale avviso di iniziata procedura.

Cinque: l’azienda legge sul portale l’avviso che dà ok a domanda.

Finito? No, appena cominciato.

Sei: azienda deve inviare numero ore per cui si chiede Cassa Integrazione, nome e cognome dei dipendenti e Iban di ciascun dipendente.

Sette: Inps riceve, controlla, lavora la pratica e dispone pagamento.

Sette stazioni, anzi otto. Perché l’ottava stazione in  cui spesso la fermata è obbligata è quella di un qualche errore nella trasmissione dei dati.

Il risultato, ovvio, è che al 10 maggio solo circa il 20 per cento dei lavoratori dipendenti rimasti senza stipendio ha visto i soldi della Cassa Integrazione pagati da Inps. Gli altri, i più, da Inps e da Marzo neanche un euro. Se hanno avuto soldi è perché le aziende hanno anticipato, a rischio di prosciugare la cassa.

Si poteva evitare? Sì, certo. Bastava non ricorrere alla Cassa Integrazione straordinaria, decretare una Cassa Integrazione nazionale, saltare la in questo caso inutile e dannosa burocrazia filtro delle Regioni (le Regioni ci tengono quando in tempi normali distribuendo Cassa Integrazione si alleva consenso).

E si doveva aver nozione e consapevolezza di come funziona, secondo regolamenti e prassi, Inps. Bisognava saperlo, per autorizzare e obbligare Inps a diversi regolamenti e prassi. Ma un ceto di appassionati di meet-up diventato personale di governo più un ceto di funzionari del consenso diventato guida della macchina Stato che ne sa? Niente sa, figurarsi se sa come funziona Inps e tutto il resto.

L’attenta e determinata e inflessibile ricerca e volontà da parte dell’elettorato, della pubblica opinione e anche da parte di tv , social e informazione d’ogni rango e grado ha ottenuto i suoi risultati. Ricerca di cosa? Dell’incompetenza come pre condizione per essere scelti ed eletti.

Il paese tutto da decenni ha voluto jun ceto politico che gli assicurasse e promettesse un giro in macchina gratis, sotto la sua guida. Non è sembrato di nessuna rilevanza se quel ceto politico fosse o no in grado di accendere il motore. Anzi, meno garantivano di essere skipper professionali e più gradita era la gita in barca che ha affascinato e convinto gli elettori.

Quindi, ovviamente, chi ha fatto il Decreto per dare subito ai lavoratori dipendenti i soldi della Cassa Integrazione non sa e non ha mai saputo come funziona Inps e cosa significa in concreto la Cassa Integrazione che passa e ripassa per le stazioni Inps-Regioni.

Banche, c’è la garanzia dello Stato per i prestiti almeno fino a 25 mila euro. Perché vengono erogati col cucchiaino? 

Perché se un’azienda che chiede il prestito poi fallisce, c’è e resta la possibilità che un Pubblico Ministero possa elevare l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il direttore di banca lo sa e quindi…Il governo lo sapeva quando ha fatto Decreto?

Probabilmente no, altrimenti avrebbe usato come veicolo per i prestiti garantiti dallo Stato l’Agenzia delle Entrate e non le banche.

Agenzia Entrate conosce Iban aziende e accredita importo prestito direttamente alle aziende. Avvalendosi magari della collaborazione /consulenza delle banche e delle istituzioni di vigilanza sul credito per escludere dal prestito chi fosse già gravemente insolvente da prima del coronavirus.

Chi governa e chi vuole sostituirlo al governo non sa nulla praticamente di nulla. Nessuna volontà popolare o assemblea di cittadinanza ha mai chiesto loro di essere competenti ai migliori livelli. Gli è stato chiesto solo di distribuire denaro pubblico. Possibilmente senza criterio. Ed è quello che fanno.

Se e quando mai dovessero arrivare i cento e passa miliardi europei da Sure, Bei, Mes e gli altrettanti e forse più da Recovery Fund (sempre miliardi europei) cosa risparmierà loro il destino di essere “legificati” da un ceto politico che non sa, gestiti da una burocrazia che non vuole e non può, vigilati da una magistratura che ha per principio in sospetto il denaro?

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