Cassa integrazione: un’impresa su quattro la prende senza cali di fatturato

Sulla Cig Covid parecchie imprese ci marciano, come si dice, imprese che fanno profitti con gli stipendi di dipendenti pagati dallo Stato nonostante continuassero a lavorare.

Dipendenti che figurano in cassa integrazione (quindi assenti, non produttivi) che invece, o in smart-working o fisicamente in sede, lavorano eccome.

Cassa integrazione furba ogni ora su 4

Più di quarto del monte ore pagato con la cassa integrazione è finito nelle tasche di imprese che hanno continuato a produrre come prima del lockdown.

“Più di un quarto”, 150 milioni di ore. Un quarto del mezzo miliardo di ore effettivamente utilizzato da oltre 500mila imprese.

Cassa integrazione che è andata ad alleggerire i conti di attività che non hanno registrato perdite di fatturato nei primi sei mesi dell’anno nonostante la crisi, nonostante il lockdown.

Circa 234mila imprese.

Ad accendere un faro sul fenomeno è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Il suo presidente, Giuseppe Pisauro, davanti alle commissioni Bilancio ha illustrato alcuni dati che Inps e Agenzia delle Entrate hanno incrociato.

5,5 mln beneficiari, il governo pensava 8

Dati ancora parziali, certo, come quelli sul tiraggio – finora attorno al 63%.

Che, combinati alla platea di 5,5 milioni, inferiore agli 8 milioni di beneficiari ipotizzati dal governo, fanno pensare che ci possano essere risparmi sui 22 miliardi.

Quelli già stanziati in totale tra Cura Italia e Rilancio per gli ammortizzatori con causale Covid. Il rischio di utilizzi impropri rimane alto.

Tanto che il governo sta valutando di introdurre meccanismi selettivi per la prossima proroga.

Basati proprio sul calo di fatturato o in alternativa con la previsione di un contributo da parte delle imprese che vogliano comunque accedere.

Quanto hanno risparmiato le imprese

Ogni impresa in Cig-Covid ha risparmiato circa 1.100 euro per dipendente presente in azienda.

Tra le imprese più piccole (cig quasi sempre in deroga), l’importo medio risparmiato grazie alla riduzione dell’orario di lavoro è stato pari a 3.900 euro nel bimestre.

Le imprese più grandi del settore dei servizi, che hanno fruito dell’assegno ordinario Covid, hanno risparmiato in media quasi 24.000 euro.

Cig: al dipendente un quarto di stipendio in meno

In media, spiega il rapporto, ogni lavoratore in Cig-Covid ha subito una riduzione oraria di 156 ore. Il 90 per cento dell’orario mensile di lavoro a tempo pieno (pari a 173 ore in marzo e aprile).

Perdendo, secondo le attuali stime, il 27,3% del proprio reddito lordo mensile.

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