Cgia: pressione sulle imprese, in Italia la più alta d’Europa al 68,6%

VENEZIA, 24 MAG – La pressione fiscale sulle imprese italiane, pari nel 2011 al 68,6%, non solo e' la piu' alta tra i Paesi europei (+24,2 su media Ue), ma e' 39,4 punti in piu' del Canada, 21,8 su Stati Uniti e 20 sul Giappone. A dirlo una elaborazione della Cgia di Mestre, che ha fatto un'analisi su dati della World Bank ''Doing Business 2011''.

''Non solo – dice la Cgia – abbiamo una pressione fiscale sulle imprese che in percentuale sui profitti e' pari al 68,6%, ma questo dato non ha eguali in tutta Europa e non e' riscontrabile nemmeno tra i grandi paesi industriali extra Ue''. ''Se, come giustamente dichiara il Presidente di Confindustria Squinzi, la pressione fiscale sulle imprese italiane e' superiore al 68%, rispetto alla media Ue le nostre aziende – rileva Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – registrano un carico di tasse e contributi pari a 24,4 punti in piu'. Comunque, niente a che vedere con i 39,4 punti che scontiamo in piu' rispetto alle aziende canadesi e i 31,3 nei confronti di quelle del Regno Unito. Rispetto alle aziende statunitensi, invece, il nostro maggior carico fiscale e' di 21,8 punti, che scende a 20,4 quando ci confrontiamo con la media tedesca, per raggiungere i 20 punti quando il confronto e' fatto con il dato medio che grava sulle aziende giapponesi''. Per il 2012 la situazione rischia addirittura di peggiorare. ''E' vero – conclude Bortolussi – che e' stata introdotta l'Ace ed e' stato alleggerita l'Irap, ma con l'introduzione dell'Imu, il ritocco all'insu' delle addizionali regionali Irpef, l'aumento delle accise sui carburanti e l'incremento dell'Iva, l'Italia rischia di ritrovarsi con un carico fiscale da mettere in ginocchio anche quei pochi imprenditori che non hanno ancora risentito della crisi''.

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