VENEZIA, 17 MAG – E’ in arrivo l’ingorgo fiscale di inizio estate. Tra giugno e luglio – secondo quanto calcola la Cgia di Mestre – i cittadini e le imprese italiane saranno chiamati a onorare ben 29 scadenze fiscali. Al netto del gettito riconducibile ai contributi previdenziali, si stima che nelle casse dello Stato entreranno oltre 75 miliardi di euro di tasse: 40 miliardi versate dalle famiglie e 35 dalle imprese. “Sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità – spiega Giuseppe Bortolussi della Cgia – c’è il pericolo che molte famiglie e altrettante piccole imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale”. Gli appuntamenti più importanti di giugno riguarderanno il versamento delle imposte e dei contributi risultanti dal Modello Unico: ovvero Irpef, Ires, contributi previdenziali sia a saldo che in acconto.
Inoltre, bisognerà pagare la prima rata dell’Imu, della Tasi e in molti Comuni anche la rata della Tari (la nuova tassa sull’asporto rifiuti). Per quest’ultimo tributo, saranno i sindaci a decidere il numero e le scadenze delle rate. A giugno, inoltre, dovranno essere fatti i versamenti mensili relativi alle ritenute Irpef, sia dei dipendenti sia dei lavoratori autonomi, il pagamento dei contributi previdenziali e dell’Iva riferita al mese precedente. Sarà possibile spostare a luglio il versamento degli importi risultanti dalla dichiarazione dei redditi con l’aggravio di uno 0,4%.
Sempre a luglio si dovranno eseguire il versamento Irpef dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, i contributi previdenziali e il pagamento dell’Iva del mese precedente. “Oltre all’imponente sforzo economico che nel prossimo bimestre famiglie e imprese saranno chiamate a sostenere – prosegue Bortolussi – i contribuenti italiani dovranno sopportare anche un costo aggiuntivo legato alla burocrazia che attanaglia queste operazioni”. Da un elaborazione su dati della Banca mondiale, per pagare le tasse in Italia sono necessarie 269 ore all’anno, pari a 33 giorni lavorativi. Nell’area dell’euro solo il Portogallo registra una situazione peggiore della nostra.
La Cgia è arrivata a stimare il gettito di 75 mld basandosi sui dati statistici del 2013: considerando le principali novità normative introdotte nel 2014, si può dire che tra giugno e luglio entreranno nelle casse dello Stato oltre 75 mld di euro. Si arriva a questa cifra considerando il gettito realizzato negli anni scorsi da Irpef, Ires, Iva e stimando il gettito di Imu e Tasi. In questo importo rientrano anche i diritti camerali e il gettito atteso dalla rivalutazione dei beni di impresa, delle partecipazioni e dei terreni. Non si è considerato il gettito riconducibile ai contributi previdenziali.
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