ROMA – Che fine fanno le capsule di caffè usate? Ci si può fare un sacco di soldi. Come? Ricavando centinaia di tonnellate di alluminio all’anno.
Composte da metallo, plastica e umido, le capsule possono diventare una risorsa per chi le produce. Lo ha capito Illy, che sta testando una modalità di raccolta direttamente nei punti vendita. In questo caso l’obiettivo è di riciclare l’involucro in polipropilene.
Anche Nespresso dal 2013 ha allestito nei suoi trenta negozi dei punti di raccolta, e l’anno scorso sono già state recuperato 299 tonnellate di capsule usate. A Milano, riferisce Anna Tagliacarne sul Corriere.it, sono state raccolte 71 tonnellate di capsule con aumento del 39%, a Bergamo 13 tonnellate, con un aumento del 94%, a Brescia 12 tonnellate, con un + 68%. Ma è Como, con 5 tonnellate di capsule, che segna un raddoppio nella raccolta.
A promuovere il riciclo delle capsule, per motivi ambientali più che economici, è la Commissione Europea, che ha chiesto di considerare la capsula vuota del caffè esattamente come gli altri imballaggi.
Ma c’è anche chi ha pensato di dedicare il riciclo delle capsule alla lotta contro il cancro. Come a Fiume Veneto, in provincia di Pordenone. Scrive Tagliacarne:
“È stato presentato pochi giorni fa il riciclatore che risolverà il problema della raccolta, separando plastica, alluminio e frazione organica da inviare direttamente alla fase di riciclo. In più, conferendo correttamente le capsule nel sistema, gli utenti avranno un eco-bonus e i proventi derivanti dalla vendita delle capsule usate saranno devoluti a Via di Natale, onlus che raccoglie fondi per la lotta contro il cancro. Al momento un riciclatore è stato collocato al centro commerciale Emisfero di Fiume Veneto: il materiale raccolto sarà inviato alla fase di smaltimento, dove la parte in plastica, quella in alluminio e la frazione organica saranno divise e spedite al riciclo senza ulteriori passaggi”.