Chiesa, 1.118 milioni dall’8 x 1000. Ma 600 sono di straforo

Chiesa, 1.118 milioni dall'8 x 1000. Ma 600 sono di straforo
Chiesa, 1.118 milioni dall’8 x 1000. Ma 600 sono di straforo

ROMA – La Chiesa Cattolica ha ricevuto nel 2011 un miliardo e 118 milioni grazie all’8×1000. Di questi, però, 600 milioni sono in qualche modo di “straforo”. Perché arrivano da contribuenti che non hanno scelto di destinare il loro 8×1000 alla Chiesa Cattolica. Semplicemente non hanno scelto e norma prevede che i soldi di chi non scelga vengano spalmanti in modo proporzionale rispetto ai richiedenti.

Seicento milioni di euro. Tanti che diventano tantissimi in epoca di spending review e di tagli. Epoca in cui si fatica, per esempio, prima di trovare 100 milioni di euro per aumentare il fondo per le non autosufficienze.

Gli ultimi dati disponibili alla destinazione dell’8×1000 sono relativi al 2011. E fanno riflettere. A sintetizzarli, sulla Stampa, provvede Paolo Baroni

alla Chiesa Cattolica, in virtù di opzioni dei contribuenti che arrivano al 37,93% nel 2011 ha ricevuto ben l’82,28% dei fondi totali, per un ammontare complessivo di un miliardo e 118 milioni, che quest’anno per effetto delle riduzione dei redditi degli italiani scenderanno a un miliardo e 54 milioni. Lo Stato, scelto dal 6,14% dei contribuenti, ha invece incassato il 13,3% (170,3 milioni di euro), le Chiese avventiste lo 0,18% (2,1 milioni), le Assemblee di Dio in Italia lo 0,25 (1,1), i Valdesi il 3,22 pari a 12,1 milioni (ma quest’anno sono 40,8), la Chiesa luterana lo 0,32 pari a 3,1 milioni, l’Unione delle comunità ebraiche lo 0,43 (4,7 milioni , 5,4 quest’anno).

Impossibile non notare, come ha fatto la Corte dei Conti che chiede di rinegoziare completamente il sistema, che così gli enti richiedenti ottengono più dall’inoptato che dalla donazione. Tradotto: Chiesa Cattolica e le altre incassano più soldi da chi non sceglie nulla che da chi li sceglie.

Grazie anche al fatto che dal 1990 al 2011 la voce otto per mille ha registrato una crescita esponenziale. Ancora Baroni:

Nonostante «la fortissima riduzione della spesa pubblica in ogni campo» c’è una voce tra le uscite dello Stato che continua a lievitare: sono i fondi erogati attraverso il meccanismo dell’8 per mille. Erano 209 milioni di euro nel 1990, hanno sfondato quota 1 miliardo nel 2003 e quest’anno sono arrivati toccare quota 1 miliardo e 280 milioni.

Ora la Corte dei Conti chiede al governo di rinegoziare il tutto entro sei mesi. Perché legge vigente non rispetta  i “principi di proporzionalità, volontarietà e uguaglianza”. E perché legge vigente è opaca. Stato dona e non chiede cosa si faccia con quei soldi, un “comportamento censurabile” per “disinteresse”.  E non lo dice ai contribuenti.  Sul sito web di Palazzo Chigi, osserva la Corte dei Conti,

“non vengono riportate le attribuzioni alle confessioni, né la destinazione che queste danno alle somme ricevute”. E mancano «”erifiche sull’utilizzo dei fondi, nonostante i dubbi sollevati dalla parte governativa della Commissione paritetica Italia-Cei su alcune poste e sulla ancora non soddisfacente quantità di risorse destinate agli interventi caritativi”

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