Mentre ci avviamo verso una società cashless, dove la moneta sarà prevalentemente digitale, emerge una preoccupante “emergenza contanti”. In un Paese con oltre 13 milioni di over 65, molti dei quali non abituati all’uso delle carte di credito, il declino dei bancomat – gli sportelli automatici (ATM) – rischia di escludere una significativa fetta della popolazione.
Il fenomeno è particolarmente visibile nei piccoli comuni e nelle zone montane. Qui, esclusa la rete capillare dei Postamat negli uffici postali, la chiusura dei bancomat è inarrestabile. Si stima che ogni anno si perdano circa 600 ATM in tutta Italia, costringendo i residenti a percorrere diversi chilometri per prelevare denaro. La chiusura delle filiali bancarie e i costi di gestione e sicurezza troppo elevati per le banche sono tra le principali cause di questo declino.
Nel primo semestre del 2024, le banche italiane hanno chiuso ulteriori 163 sportelli. Sebbene le statistiche mostrino solo 62 chiusure nette, il dato è influenzato dalle 101 nuove aperture di Banca Private Cesare Ponti, che ha creato strutture dedicate al private banking all’interno delle filiali esistenti del Gruppo Bper. Secondo l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, basato su dati di Banca d’Italia e Istat, altri 14 comuni sono rimasti privi di filiali nel loro territorio nei primi sei mesi del 2024.
Attualmente, 3.282 comuni, pari al 41,5% del totale, sono stati abbandonati dalle banche, con una forte accelerazione delle chiusure a partire dal 2015. Un quarto del territorio nazionale, equivalente a Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto privo di sportelli bancari. Circa 10 milioni e 500mila persone hanno perso o rischiano di perdere l’accesso ai servizi bancari. Di queste, oltre 4 milioni vivono in comuni completamente desertificati, mentre più di 6 milioni risiedono in comuni con un solo sportello. Nell’ultimo anno, l’aumento delle persone colpite è stato di circa 204mila unità.