ROMA – La Chrysler vale tra i 9 e i 16 miliardi di dollari per l’ipo in arrivo a fine dicembre. Il valore più probabile, scrive Bianca Carretto sul Corriere della Sera, sarà di 10 miliardi di dollari. E se la Fiat di Sergio Marchionne vorrà avere il 100% di Chrysler dovrà acquistare il 41,5% delle azioni ancora in mano al sindacato americano Uaw, che valgono 4,2 miliardi di dollari, circa 3,5 miliardi di euro.
E mentre negli Stati Uniti il gruppo Fiat-Chrysler segna un aumento delle vendite e in Cina Marchionne si prepara al lancio della Fiat Ottimo, la situazione della Fiat in Italia non migliora, ma stenta, spiegano Paolo Griseri e Stefano Parola su Repubblica:
“Mentre in Usa si tratta, in Italia si attende. Per ora è come se esistessero due Fiat, qui da noi: una che produce, l’altra che stenta. Nella prima ci sono gli stabilimenti di Pomigliano, della Sevel di Atessa, dalla Maserati. La seconda comprende Mirafiori, che a fine anno toccherà l’ennesimo record negativo della sua storia, e Cassino. In mezzo c’è la fabbrica di Melfi, che è pronta a ripartire.
La fabbrica italiana della Fiat che soffre di più è quella di Mirafiori:
“La sofferenza più grande riguarda Mirafiori, la fabbrica simbolo di tutto il gruppo: da inizio gennaio al 31 ottobre, ha prodotto 19.500 Alfa Mito e stop. Vuol dire che a fine 2013 arriverà, forse, a 24 mila: è il 60% in meno di tre anni fa”.
E se Marchionne promette investimenti e il distacco di 990 lavoratori da Mirafiori allo stabilimento Maserati di Grugliasco, con un miglioramento che arriverà dal 2015, la situazione resta critica a Cassino:
“Nel 2011 sfornava più di 131 mila auto, ma nei primi 10 mesi di quest’anno è a quota 65 mila. Anche Melfi lavora la metà rispetto al 2011, ma l’investimento sui mini suv Jeep e sulla 500x è però «in stato avanzato», dice la Fim”.
Una “nota positiva” in Italia la offrono Pomigliano e la Maserati di Grugliasco, scrive ancora Repubblica:
“A fine ottobre Pomigliano ha toccato quota 130 mila vetture, superando le 105 mila dell’intero anno scorso. Ma all’appello mancano ancora 1.391 lavoratori ancora in cassa. La Maserati di Grugliasco ha già sfornato oltre 10 mila auto il 12 novembre. La cassa integrazione è la nota dolente. Gli 8 stabilimenti analizzati dalla Fim hanno 30.727 dipendenti. Di questi, 22.373 sono finiti in Cig almeno una volta nei primi dieci mesi del 2013”.