Il bluff della cassa integrazione “lunga”. Non ci sono i soldi, era solo un “annuncio”

Pubblicato il 13 Aprile 2010 - 16:25 OLTRE 6 MESI FA

L’allungamento della cassa integrazione ordinaria non ci sarà. Il provvedimento è stato definitivamente affossato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Di quei sei mesi di copertura in più non se ne farà nulla. Mancano gli 850 milioni necessari a garantirla, spiegano dalla Ragioneria Generale. Non solo. L’aggiunta sarebbe finita a vantaggio dei settori già tutelati e sottrarrebbe risorse alle piccole imprese che possono usufruirne solo in parte.

Lo stop alla cassa integrazione lunga è dunque senza appello.  Come si legge dalla nota firmata dal Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, presentata questa mattina dal Tesoro in commissione Bilancio alla Camera che conferma le prime indicazioni informali date nelle scorse settimane. «La copertura finanziaria proposta dalla disposizione è verificata negativamente», dice la Ragioneria. La misura, sempre secondo quanto si legge nella documentazione presentata, aveva nelle scorse settimane ricevuto anche il parere contrario del ministero del Lavoro.

Per portare la cassa integrazione da 52 a 78 settimane, era sceso in campo il vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera, Giuliano Cazzola, sponda Pdl, che sul testo dell’emendamento era riuscito perfino ad incassare il voto dell’opposizione sostenendo che «la copertura era garantita dagli 8 miliardi di euro già stanziati dal governo».

Nessuna boccata d’ossigeno per i lavoratori, dunque, perchè il prolungamento della cassa «comporta oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica per il biennio 2010-2011». La misura in termini di indebitamento netto pesa per almeno 850 milioni di euro l’anno e non risultano disponibili risorse sufficiente per la copertura della disposizione.

Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nelle settimane scorse, in cui era trapelato il parere negativo della Ragioneria dello Stato, non era parso sorpreso. «Tanto sarebbe stata una mossa inutile. Per aiutare i lavoratori in difficoltà abbiamo già una serie di strumenti più che sufficiente». Il testo votato da maggioranza e opposizione era stato infatti criticato dallo stesso Sacconi già prima di ricevere l’atolà definitivo.

Altro che sonni tranquilli attendono i lavoratori italiani, come annunciavano fino a pochi settimane fa il ministro del Welfare e il suo omologo al Tesoro, Giulio Tremonti: «Abbiamo non solo le risorse necessarie per far fronte quest’anno, ma molto di più, sia in caso di aumento del numero delle persone da assistere che in caso di prolungamento degli effetti della crisi». Era il leit-motiv ripetuto a chi faceva notare ai due ministri le preoccupazioni sulla capacità dell’Azienda Italia di rispondere alla crisi economica internazionale.

Non ultime le grandi perplessità emerse dopo il summit degli industriali di pochi giorni fa a Parma, quando il Centro Studi di Confindustria e la Cgil hanno presentato i dati sulla vitalità dell’industria e sull’occupazione. Secondo le previsioni, nel 2014 il reddito procapite sarà infatti del 10% in meno rispetto alla media europea. Tendenza destinata a proseguire nei prossimi anni. E la colpa, per viale dell’Astronomia, è nell’immobilismo e delle mancate riforme che contraddistinguono il Paese.

Sul fronte lavoro, basta dare un’occhiata ai dati presentati dall’Osservatorio Cig del Dipartimento settori produttivi della Cgil nazionale. Il tasso di disoccupazione reale supera l’11,5%. Oltre un milione e cinquecentomila lavoratori in cassa integrazione tra ordinaria e straordinaria, nel periodo gennaio-marzo 2010. Nel rapporto, la Cgil ha evidenziato la crescita a marzo di quest’anno delle richieste di cassa integrazione del 106,8% rispetto a marzo 2009. Pari a quasi 122,6 milioni di ore (122.599.702 ore). Mentre da gennaio a marzo di quest’anno la cig ha raggiunto 302.217.009 ore con un aumento sul 2009 del 133,88%.

Nel dettaglio, il segnale peggiore forse arriva dall’aumento della cassa integrazione ordinaria rispetto al mese di febbraio: +12,52%, per un totale di 42.783.553 ore e una netta inversione rispetto alla tendenza al ribasso dei mesi precedenti. Dall’inizio dell’anno la Cigo è cresciuta del 34% sullo stesso periodo dello scorso anno. Quanto alla cassa integrazione straordinaria, l’aumento del 27,79% su febbraio porta al volume di ore richieste più alto da quando è iniziata la fase di recessione.

Le sorti della Cig lunga sono dunque segnate. Dopo lo stop ufficiale c’è attesa per il parere della commissione Bilancio della Camera che, secondo quanto trapelato, sarà anch’esso negativo almeno per quanto riguarda l’allungamento del sostegno al reddito. «Il nostro obiettivo – spiega il capogruppo del Pdl in commissione Gioacchino Alfano – è sostenere il reddito e i lavoratori, ma abbiamo anche l’obbligo di tenere in ordine i conti. Porteremo avanti – conclude – il provvedimento dal quale però è probabile che saranno espunte le parti critiche. È comunque è sempre possibile che nel prossimo futuro il governo stesso decida di tornare a affrontare questi temi».