La Cina ridurrà l’esportazione di “terre rare”, preziosi minerali strategici: alle stelle i prezzi

terre rareLa Cina vuole mettere al bando l’esportazione delle “terre rare” o quanto meno arrivare a una drastica riduzione. Secondo il Wall Street Journal, il governo di Pechino starebbe pensando a  una riduzione delle quote esportabili fino al 30% nel 2011.

Può essere una mossa di natura commerciale, può derivare dalla giusta preoccupazione di non sprecare il patrimonio di riserve naturale di un paese, ma c’è anche chi vi vede un primo arrocco in vista di futuri scenari ben più cupi di strategia tra grandi potenze.

Sotto l’etichetta di  “terre rare” (note anche come lantanidi) sono in realtà individuati 15  metalli con particolari caratteristiche magnetiche: solitamente vengono usati per auto ibride, turbine eoliche, armamenti e high tech.

La drastica riduzione dell’offerta di questi metalli, cui per analogie chimico-fisiche si associano anche ittrio e scandio, metterebbe in grave difficoltà gli utilizzatori, visto che la Cina  è rimasta in pratica l’unico importante fornitore, dopo che l’elevata competitività a livello economico della Cina ha in pratica “schiacciato” le poche miniere occcidentali che offrono alternative.

Già nel semestre in corso la Cina ha ridotto del 72% le esportazioni, limitandole a 8 mila tonnellate e mettendo in crisi soprattutto i clienti giapponesi, i maggiori utilizzatori fuori dalla Cina. Dall’inizio del 2010 i prezzi hanno subito forti rialzi (compresi tra il 22% e il 720%) e con essi le azioni dei due maggiori produttori occidentali, l’americana Molycorp, salita a New York del 154% in meno di tre mesi, e l’australiana Lynas, che a Sydney da fine luglio ha guadagnato il 125%.

La vicenda potrebbe finire dinanzi alla World Trade Organization (Organizzazione Mondiale del Commercio). La Cina ha fatto presente che le sue riserve di terre rare erano il 43% del totale mondiale nel ’96 e con il successivo forte sfruttamento sono calate al 30% nel 2009. Ma questa considerazione, ha fatto notare il Wall Street Journal, sarebbe solo il “grimaldello” per ottenere il trasferimento di tecnologia verso Pechino.

Gestione cookie