La Cina “ha fame” di lana e i prezzi arrivano a livelli record

Prezzi alle stelle per la lana, dopo quelli del cotone fatti registrare negli ultimi mesi: al consiglio di fare incetta di t-shirt si aggiunge così anche quello di acquistare maglioni. Meglio ora, perché i prezzi stanno crescendo. La notizia arriva dall’Eastern market indicator, l’indice che sintetizza le principali aste australiane: la lana infatti non è quotata in borsa e il suo prezzo viene stabilito dal risultato delle aste in Australia, paese da cui proviene la maggior parte delle forniture.

Due giorni fa l’indice è arrivato a 10,32 dollari australiani per chilo, con un rincaro pari al 15%. Un record, il massimo da gennaio 2008. Contando inoltre che la moneta australiana ha avuto una notevole rivalutazione, in dollari Usa l’indice è ai livelli massimi da 20 anni.

Perché un tale rincaro? Il risveglio della domanda nei paesi che stanno uscendo dalla crisi si somma alla sempre maggiore voracità dei paesi emergenti: Cina tra tutti. In più è diminuito il numero delle pecore da tosa a causa del cambiamento climatico che ha provocato annate di notevole siccità. La tensione sui prezzi è aumentata anche a causa del ritorno degli europei alle aste australiane dopo due anni di quasi totale assenza a causa della crisi.

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