Cina. Rogoff, allarme debito, 282% pil, ‘molto vulnerabile’

La Banca Centrale cinese
La Banca Centrale cinese

USA, NEW YORK – La Cina è ”molto vulnerabile perchè ha un alto debito”. Kenneth Rogoff, professore di economia a Harvard, aveva messo in guardia già anni fa sul fatto che la Cina, dopo la crisi dell’Europa, sarebbe stata l’altra grande minaccia per l’economia globale. Una previsione che sembra prendere forma, e che è legata – come le altre crisi precedenti – al debito.

Il debito cinese è schizzato da 7.000 miliardi di dollari nel 2007 a 28.000 miliardi di dollari del 2014, secondo uno studio della società di consulenza McKinsey pubblicato dal New York Times.

”Al 282% del pil, il debito cinese è ancora gestibile ma è maggiore di quello degli Stati Uniti o della Germania” afferma McKinsey, sottolineando che ci sono ”alcuni fattori preoccupanti. La metà dei prestiti è legata direttamente o indirettamente al mercato immobiliare, le banche-ombra non regolamentate rappresentano la metà dei nuovi finanziamenti e il debito di molti governi locali è insostenibile”.

A preoccupare c’è poi la mancanza di trasparenza, con la Cina considerata una ”scatola nera”: i dati ufficiali non sono ritenuti pienamente credibili, come quello recente del pil. Secondo le stime del governo cinese è cresciuto del 7%, mentre secondo gli analisti sarebbe cresciuto meno della meta’. Rogoff non è il primo a lanciare l’allarme Cina.

Lo ha fatto anche Henry Paulson, l’ex segretario al Tesoro americano: la ”domanda non è se, ma quando il sistema finanziario cinese si troverà ad affrontare l’ondata di perdite di credito e di ristrutturazioni del debito”. Il manager di hedge fund, James Chanos, afferma che ”qualsiasi cosa si possa pensare della Cina, sarà peggio”.

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