PECHINO – Al quarto giorno la Cina si ferma. Sembra essersi arrestata, almeno per il momento, la svalutazione dello yuan, la valuta cinese. Oggi 14 agosto, infatti, la People’s Bank of China (Pobc), la banca centrale, ha fissato il cambio medio di riferimento dello yuan a 6,3975 col dollaro americano. Ieri era stato di 6,410. Il cambio medio fissato dalla Pobc è quello intorno al quale si muove la “fascia” che consente variazioni del più o meno 2%. La valuta cinese ha perso circa il 4% del suo valore da martedì a giovedì scorso.
Dopo due giorni di crisi sui mercati, con tutte le principali Borse al ribasso e i titoli del lusso in sofferenza, giovedì 13 agosto c’è stata una inversione di tendenza e i listini hanno retto al terzo giorno consecutivo di svalutazione con Milano che ha chiuso guadagnando circa un punto e mezzo percentuale.
Come spiega Stefano Carrer sul Sole 24 Ore lo scenario resta comunque incerto:
Tuttavia aleggia sempre l’interrogativo sui motivi dell’improvvisa decisione di Pechino, considerata da molti una conferma delle preoccupazioni delle autorità per una crescita economica che si sta rivelando inferiore alle attese. A molti investitori non dispiace che le mosse cinesi finiscano per rendere più probabile un rinvio della manovra di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve oltre settembre (una percezione che contribuisce a rafforzare l’euro): la continuazione di massicci stimoli monetari all’economia Usa viene ritenuta positiva, visto che tocca all locomotiva americana trainare la crescita globale. Anche il Giappone, infatti, appare in una fase di frenata.