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Dopo Cipro. Commerzbank: “In Italia serve patrimoniale del 15% sui depositi”

di Warsamé Dini Casali |20 Aprile 2020 9:36

I precedente di Cipro. Il capo economista di Commerzbank: “Serve una patrimoniale in Italia, prelievo del 15% sui depositi”

ROMA – Dopo Cipro. Commerzbank: “In Italia serve patrimoniale del 15% sui depositi”. Mentre a Cipro il drammatico voto sul “prelievo di solidarietà” sui conti correnti è stato rinviato a giovedì, stesso giorno della riapertura delle banche, il precedente del salvataggio cipriota, che spaventa mezza Europa per paura di un contagio, come un vaso di Pandora scoperchiato, apre la strada alle ipotesi e alle proposte meno rassicuranti. E’ il caso del capo-economista della Commerzbank, la seconda banca tedesca, Jörg Kramer, che butta lì, con nonchalance, una potenziale bomba atomica finanziaria, quella cioè di un prelievo forzoso addirittura del 15% sui depositi per risolvere una volta per tutte il problema dell’eccesso di debito pubblico italiano.

Sul quotidiano economico Handelsblatt, ha scritto Kramer: “I patrimoni finanziari degli italiani corrispondono al 173% del PIL, cioè di molto superiori ai patrimoni dei tedeschi che corrispondono al 124%. Sarebbe utile, allora,  applicare in Italia una patrimoniale, una tassa del 15% sui patrimoni basterebbe ad abbassare il debito pubblico italiano sotto la soglia critica del 100% del PIL”.

Semplice e lineare, peccato che, come sempre accade con questo genere di notizie, basta l’effetto annuncio a pregiudicare il buon esito dell’operazione, con i correntisti in fila davanti alle banche e i depositi con il viaggio prenotato verso lidi finanziari meno respingenti.  Per cercare un paragone, un termine di confronto plausibile, si può ricordare, naturalmente, l’esperienza del prelievo forzoso di Giuliano Amato, che nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992, decretò un prelievo sui conti correnti bancari del 6 per mille: moltiplichiamo, tenendoci bassi, per 20 volte, e otteniamo l’entità dello shock potenziale innescato dalla proposta tedesca.

Nell’evoluzione dei salvataggi, il caso cipriota sembra davvero “assurdo”, come nota Isabella Buffacchi in una analisi sul Sole 24 Ore del 19 marzo: “I 17 dell’Eurozona, dopo aver salvato Irlanda, Grecia, Portogallo e parzialmente anche la Spagna, per centinaia di miliardi di euro, sembrano essere scivolati su una buccia di banana”. 10 miliardi è infatti l’aiuto che verrebbe da fuori (dall’Europa), quello che definiamo “bail-out” (potremmo dire salvataggio esterno). 7 miliardi l’azzardo di un “bail-in” (il salvataggio interno caro anche al ministro delle finanze olandese e nuovo capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem) quello appunto ricavabile dal prelievo forzoso. Che intaccherebbe, fra l’altro, un tabù finora inviolato: i depositi fino a 100 mila euro.

Il governo cipriota prende tempo, anche perché non dispone di una maggioranza stabile e deve cercare il consenso in Parlamento sulla più impopolare delle misure. E’ vero che il prelievo forzoso inciderà per una buona parte su investimenti privati, capitali bancari e depositi che parlano russo. Si impone, perlomeno, una maggiore progressività del prelievo e, infatti, circola una bozza di piano che per i super-ricchi prevede un sacrificio enorme al 15%, del 9% sopra i 500 mila euro, fino al 6% sopra i 100 mila euro. Intanto, l’accordo su Cipro, per Moody’s avrà implicazioni negative sul rating europeo. Quanto al capo economista di Commerzbank, le sue parole non contribuiscono a una uscita ordinata dalla crisi: la campagna elettorale è iniziata anche in Germania, paese virtuoso ma non alieno di populismi di segno contrario a quelli del sud Europa.

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