NICOSIA – Cipro fallisce l’accordo con la Russia, tratta con la Troika e si torna a parlare nuovamente di prelievo sui conti correnti. Nel mirino del governo, però, ci sono solo i titolari di conti correnti al di sopra dei 100mila euro che rischiano un prelievo del 15% o addirittura tra il 20 e il 25%. Una stangata che sarebbe parte centrale del Piano B del Governo per salvare Cipro.
Intanto in soccorso di Cipro scende in campo un Paese che certo non se la passa meglio, la Grecia. Atene infatti ha rilevato le succursali delle banche cipriote in Grecia. Un accordo arrivato dopo lunghi colloqui tra il presidente di Cipro, Nicos Anastasiasdes, e il premier greco, Antonis Samaras.
I Ministri delle Finanze dell’eurogruppo avevano escluso le succursali delle banche cipriote in Grecia dal controverso prelievo forzoso previsto nel piano di salvataggio che era stato offerto la scorsa settimana a Nicosia. La condizione perché non ci fosse il prelievo era stata che quelle agenzie fossero trasferite a banche greche.
Gli scenari per salvare Cipro, secondo il Sole 24 Ore,restano fondamentalemente quattro: un Fondo di solidarietà con o senza prelievo forzoso sui depositi, accordo con la Russia o addio all’euro. Mentre la stampa di Mosca parla dell’isola come della “più ricca regione della Russia”, Francoforte ha lanciato il proprio ultimatum: o la crisi si risolve entro lunedì oppure il rischio è l’addio all’euro.
E proprio il Fondo si solidarietà è stato approvato dal Parlamento cipriota. Si tratta della prima delle 9 leggi approntate dal governo nell’ambito del “piano B” per il salvataggio dell’economia, sulla creazione di un ”fondo di solidarietà” che comprende diversi “assets” statali, i fondi pensionistici e i beni immobiliari resi disponibili dalla Chiesa greco-ortodossa.
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