Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ad Algeri ha accompagnato la premier Giorgia Meloni per ratificare alcuni accordi con l’Algeria. Da Algeri torna il tema della trasformazione dell’Italia in hub energetico per l’Europa.
“Qualsiasi progetto complesso va affrontato con garbo – spiega l’amministratore delegato di Eni a Repubblica parlando delle possibili difficoltà di realizzazione di un progetto del genere in Italia -. Spiegandolo ai cittadini, illustrando che c’è sempre un guadagno per tutti gli attori della collettività. Occorre che l’Italia ragioni in termini sistemici. Come fa da sempre la Francia, dove destra e sinistra possono litigare su tutto, ma su alcuni temi di interesse nazionale si uniscono ed esiste prima il Paese. E occorre continuità politica sui progetti strategici”.
“Con il conflitto in Ucraina – continua – hanno tutti aperto gli occhi sul fatto che in Europa non avevamo un piano di sicurezza energetica. Siamo un enorme mercato, ma a differenza di Cina, Stati Uniti e Russia l’Unione europea non ha mai avuto la possibilità di estrarre materia prima sufficiente per alimentare la sua industria. Come avere una Ferrari e scoprire di essere senza benzina. Che fai in quel caso? La lasci in garage”.
“Le previsioni per azzerare le forniture di gas russo all’Italia? Sono positivo – dice Descalzi – nell’inverno 2024/2025. Continuando così le cose andranno nel verso giusto”.
“Se tutto il gas viene dal Sud e abbiamo un collo di bottiglia tra Campania, Abruzzo e Molise – spiega – il concetto di hub resta potenziale. È un grande potenziale che non si esprime”. E ancora: “Dal Sud possono arrivare al massimo 126 milioni di metri cubi al giorno, questo è il collo di bottiglia e siamo quasi al limite”. E comunque, “Snam ha già lanciato un piano di espansione che deve essere approvato da Arera, c’è una consultazione in corso. È una cosa necessaria”.
E dunque, il primo passo è quello di affrancarsi dall’energia di Mosca, poi aumentare l’approvvigionamento per fare transitare una quantità sufficiente di gas che possa garantire anche una quota per partner come Austria e Germania. “Pensiamo ad un hub energetico relativamente al gas, ma per avere prezzi bassi serve sovraofferta. Il primo punto è dare sicurezza energetica a costi bassi, poi la centralità viene da sé”.
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