Clima, ccome sarà l’estate? L’interrogativo scatta dalle notizie contradditorie che arrivano da una struttura dell’Onu e da una del Governo Usa, che per un profano sono di difficile lettura. Tutto dipende dal cambio in corso fra due elementi che incidono sul clima della Terra, el Nino e la Nina. C’è chi sostiene che il gran caldo degli ultimi 14 mesi è finito, chi invece invita a non illudersi.
Scrive Axios che “secondo la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), le temperature oceaniche si sono raffreddate abbastanza nell’Oceano Pacifico tropicale equatoriale. La Niña si svilupperà questo autunno. Potrebbe potenzialmente stimolare la stagione degli uragani nell’Atlantico ma né le condizioni di El Niño né La Niña sono probabilmente presenti fino ad agosto”.
I meteorologi sono ora più fiduciosi che La Niña, che presenta temperature oceaniche più fresche della media nel Pacifico tropicale equatoriale, si formerà leggermente più tardi rispetto a quanto mostrato dalle proiezioni precedenti, fissandosi nel periodo da luglio a settembre, aggiunge. La probabilità di questo lasso di tempo, afferma un nuovo bollettino pubblicato giovedì, è del 65%.
La fine di El Niño significa che la serie di mesi caldi da record del pianeta, durata 14 mesi, probabilmente finirà. Gli eventi di El Niño tendono ad aggiungere più calore agli oceani e all’atmosfera, andando ad aggiungersi all’influenza del cambiamento climatico causato dall’uomo. Durante il più recente El Niño, le temperature medie globali hanno fissato nuovi traguardi, allarmando molti scienziati e sollevando dubbi sull’eventuale accelerazione dei cambiamenti climatici.
Secondo Stampa di Torino, “gli esperti dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite ritengono che il riscaldamento dell’oceano Pacifico di El Niño, che ha contribuito a un picco delle temperature globali, passerà in modo graduale alla fase di raffreddamento opposta, con l’arrivo del fenomeno conosciuto come La Niña.
Questo evento indica un raffreddamento della temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale ed orientale che di frequente influenza il clima del nostro Pianeta, con diversi riflessi anche in Europa e in Italia.
Da giugno le temperature superficiali del mare si sono portate ben sotto le medie climatiche nella maggior parte dell’Oceano Pacifico equatoriale. Questo causa un aumento delle precipitazioni nel Sud-Est asiatico, in alcune zone dell’Africa, in Brasile e in Australia, ma anche siccità nelle Americhe occidentali, nel Golfo del Messico e nell’Africa nord-orientale.
Le conseguenze potenziali che riguardano da vicino anche la nostra Italia. Il rischio è quello di avere eventi estremi come nubifragi e nei casi più eccezionali alluvioni lampo che solitamente interessano fasce ristrette di territorio, come successo drammaticamente in Toscana e in Romagna.
Nonostante un aumento di eventi meteo estremi, ciò non significa che l’Estate sarà fresca, anzi. Le proiezioni del Centro Europeo per il trimestre estivo indicano la possibilità di temperature molto elevate, interrotte bruscamente da fenomeni temporaleschi associati a la Niña.
In conclusione potremmo avere un’estate molto calda, caratterizzata da lunghe fasi di alta pressione africana, interrotte però di frequente da pericolosi temporali intensi specie sulle regioni del Centro-Nord.