ROMA – ''L'ha rifatto di nuovo, ogni tanto gli prende così''. Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Sergio Cofferati a proposito delle ultime dichiarazioni del ministro del Welfare. In particolare l'ex leader della Cgil ricorda come nel 2002 Sacconi lo indicò come ''mandante morale'' dell'omicidio di Marco Biagi.
''Per aver sostenuto che la critica alle politiche del governo produce violenza, tesi che esercitò contro la Cgil, Sacconi è stato condannato a scrivere un articolo di rettifica per smentire se stesso – sottolinea Cofferati -. Esperienza penosissima, dalla quale non sembra aver imparato nulla''. ''Umberto Bossi e Carlo Taormina furono condannati per la stessa ragione presso la Corte di Giustizia di Strasburgo''.
''L'amarcord – prosegue – serve a far notare come non sia la prima volta che Sacconi ci prova con questi argomenti''. ''Così come la mette il ministro, si tratta semplicemente di un tentativo di condizionare la critica e il dissenso. Se Sacconi ha informazioni su eventuali pericoli, lo dica. Sia preciso e circostanziato, invece di agitare il tema''.