Ad aprile crollo vendite: -6.8%. Mai così basso da gennaio 2001

ROMA, 26 GIU – Ad aprile le vendite al dettaglio segnano un crollo del 6,8% su base annua, la caduta tocca anche il settore alimentare (-6,1%). Lo rileva l’Istat, aggiungendo che un ribasso tendenziale cosi’ forte non si registrava almeno dal gennaio del 2001, ovvero dall’inizio della serie storica. Rispetto a marzo il calo e’ dell’1,6%.

La caduta del 6,1% registrata dalle vendite al dettaglio del comparto alimentare ad aprile (dati grezzi), rispetto allo stesso mese 2011, è la più forte almeno da gennaio 2001, cioe’ da quando sono iniziate le serie storiche dell’Istat. Quindi, come per le vendite totali, anche il settore ‘food’ segna il ribasso più marcato da oltre 11 anni.

Piccoli negozi e botteghe di quartiere ad aprile hanno subito una forte contrazione delle vendite, pari all’8,6% su base annua. Ma è stato un aprile ‘nero’ pure per la grande distribuzione, che in termini tendenziali ha segnato una flessione del 4,3%. Basti pensare che hanno ceduto perfino i discount alimentari (-3%), che proprio durante la crisi avevano mostrato una buona tenuta.

CALO CONSUMI RECORD  Nel 2012 la flessione dei consumi a livello pro capite potrebbe ”raggiungere il 3,2-3,3% in termini reali, un’evidenza statistica che non avrebbe precedenti nella storia economica del nostro Paese”. E’ quanto rileva l’Ufficio Studi di Confcommercio.

‘Il netto ridimensionamento delle vendite al dettaglio registrato ad aprile, in parte anticipato dall’Indicatore dei Consumi, rappresenta – spiega l’Ufficio Studi di Confcommercio – un fatto eccezionale che conferma come la riduzione del reddito disponibile, compresso dall’incremento della pressione fiscale, determini una forte contrazione dei consumi delle famiglie”. Secondo la Confcommercio, ”pur considerando la differenza di giorni lavorativi in aprile, 19 nel 2012 a fronte dei 20 del 2011, le dinamiche registrate nei primi mesi dell’anno rendono sempre piu’ verosimile la previsione di una diminuzione particolarmente profonda dei consumi nell’intero 2012”. Per l’associazione dei commercianti, ”questa debolezza della domanda suggerisce quanto sia opportuna una revisione, seppure modesta, di alcuni obiettivi di bilancio, in accordo con i partner dell’eurozona”. Allo stesso tempo, aggiunge, ”appare urgente la fissazione di modi, tempi ed entita’ del processo di restituzione fiscale, alimentato sia dai proventi della lotta all’evasione, sia dai risparmi derivanti dalla spending review”. Confcommercio ribadisce anche la necessita’ di ”cancellare la manovra sulle aliquote Iva dal novero dei provvedimenti possibili”.

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