Ue: “In Italia ripresa economica bloccata da debito pubblico”

fabbricaL’Italia tornerà a crescere nel 2010 e 2011, ma la sua economia paga «debolezze di vecchia data»: dalla scarsa produttività, al basso potenziale di crescita, al peso dell’elevatissimo debito pubblico. Lo afferma la Commissione Ue che ha comunque rivisto al rialzo le previsioni per il nostro Paese, con la ripresa che nei prossimi due anni sarà guidata sopratutto dai consumi privati e dalle esportazioni.

In Italia «mentre il basso indebitamento delle famiglie e la relativa solidità del sistema finanziario hanno fornito una protezione dalla crisi – spiega Bruxelles – problemi strutturali profondamente sedimentati, dovuti sopratutto ad una insoddisfacente crescita della produttività, hanno indebolito l’economia italiana ben prima della recessione globale. Infatti un marcato rallentamento dell’attività economica era già in atto prima dell’acuirsi della crisi finanziaria».

Per questo – sottolinea la Commissione Ue – «tra il primo trimestre del 2008 e il secondo del 2009 la perdita complessiva del Pil è stata del 6,5%, simile a quella della Germania ma più elevata che nella maggior parte degli altri Paesi della zona euro».

Inoltre – sottolinea ancora l’esecutivo europeo – «la risposta politica del governo alla crisi è stata arginata dalle fragili finanze pubbliche dell’Italia, in particolare il suo elevatissimo debito pubblico. Gli sforzi sono stati limitati a una redistribuzione della spesa pubblica», soprattutto in direzione di una maggiore protezione delle fasce più deboli della popolazione.

La Commissione Ue evidenzia dunque come «anche quando la ripresa dall’attuale recessione prenderà il via, le debolezze strutturali continueranno a pesare sull’economia italiana. Se queste debolezze verranno affrontate, l’attività economica tornerà su una crescita moderata». Quest’ultima sarà trainata innanzitutto dai consumi privati, con le famiglie che ridurranno la propensione al risparmio aumentata nel 2008 e 2009.

Inoltre, si spiega, «il ruolo marginale dei fondi pensione e l’assenza di una bolla edilizia aiuteranno a limitare gli effetti negativi sull’insieme dei consumi». Senza contare che il potere d’acquisto dovrebbe riprendere quota dopo il calo del 2008, grazie alla bassa inflazione attesa per il periodo 2009-2011.

Previste in aumento anche le esportazioni. Mentre – spiega ancora la Commissione Ue – «la chiusura delle industrie che dovrebbero avere la capacità di competere ed espandersi quando l’economia globale è in ripresa potrebbero influenzare negativamente il potenziale di crescita dell’economia italiana».

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