Condono edilizio 27 anni dopo: casi aperti a Roma 37%, Meta di Sorrento al 90%

Il record per i condoni edilizi pendenti più “antichi” lo registra Roma. Nella capitale ben il 37% delle istruttorie sono ancora aperte, mentre a Meta di Sorrento i casi pendenti sono il 90%. Dietro ai lunghi tempi di istruzione delle pratiche si nasconde la difficoltà dei casi trattati ed il pericolo di quei no in arrivo, che comporterebbero il (costoso) abbattimento della struttura e la perdita, per il Comune, degli incassi dalle imposte locali.
(LaPresse)

ROMA – Nei Comuni italiani giacciono ancora le pratiche dei condoni edilizi di 27 anni fa. Pratiche irrisolte nel 37% dei casi a Roma, mentre a Meta di Sorrento le pratiche irrisolte raggiungono anche il 90% dei casi. Alla Capitale va comunque il “primato” per le pratiche più vecchie. Ben 130mila richieste di condono risalgono al primo, quello indetto nel 1985. Tra i virtuosi del condono edilizio spunta Bologna, che ha chiuso tutti i casi pendenti di tutti i condoni, sia quello del 1985 che quelli del 1995 e del 2003.

L’istruttoria procede particolarmente a rilento a Roma, dove per contatto la società Risorse per Roma dovrebbe chiudere 40mila pratiche l’anno, ma nei primi 4 mesi del 2012 ne ha istruite appena 8mila. Ci sono poi situazioni paradossali come a Bari, che ancora attende che 800 pratiche di condono affidare ad uffici esterni nel 1994 tornino negli uffici comunali.

I tempi decisamente al rilento per le istruttorie sono legati ai problemi economici dei Comuni, spiega il Sole24 Ore. Rimangono pendenti infatti le istruttorie di condono che riceverebbero un no come risposta, o comunque le situazioni più complicate. Questo perché un no comporterebbe l’abbattimento della struttura, costo che il Comune magari non può permettersi, mentre mantenedola in piedi nelle casse comunali continuerebbero ad entrare gli incassi delle imposte locali.

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