Non studio, non lavoro, non faccio niente: “invisibili” 900.000 giovani italiani

Pubblicato il 17 Agosto 2010 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA

Sono tanti, quasi un milione, sono giovani e forti, ma non fanno nulla. In italia, oltre 900.000 giovani compresi tra i 15 e i 29 anni non studiano, non hanno un lavoro né lo cercano. Sono questi i dati, preoccupanti, diffusi da uno studio di confartigianato.

A restringere il campo il dato è ancora più significativo: a non far nulla sono 641.000 i ragazzi tra i 15 e i 24 anni, il 10,5% del totale. E gli ‘invisibili’ nullafacenti, spiega la Confartigianato, sono soprattutto al sud, ben  415 mila,  16,2 per cento di tutti i giovani del mezzogiorno. Il triplo rispetto al Nord dove il numero dei giovani ‘fermi’ è di 157 mila, ovvero il 6,5% del totale. Ancora meno, il 6,3 per cento, nel Centro: dove il loro numero non raggiunge i 70 mila. Il record negativo è in Calabria con 100.757 disoccupati: numero pari quasi ai tre quarti (il 74,3 per cento) di tutti gli operai calabresi del settore agricolo.

Possibile che tutti questi ragazzi non facciano nulla per vivere? Probabilmente no, e non a caso Confartigianato lega il dato al lavoro nero. Per colpa della crisi, quindi, in Italia cresce ancora il fenomeno della concorrenza sleale nelle piccole imprese, fatta assumendo giovani lavoratori in nero.

Resta il fatto che, dopo la crisi, il tasso di attività fra gli italiani della fascia d’età 25-54 anni è fortemente diminuito.  Fra il primo trimestre del 2008 e lo stesso periodo di quest’anno è calato dell’1,2 per cento, passando dal 78,2 al 77 per cento. Negli altri Paesi europei, invece, il tasso di attività dei cittadini non più considerati in età scolare né ancora pensionabili fa registrare modesti aumenti.

Secondo Confartigianato, per colpa della crisi,  338 mila adulti fra i 25 e i 54 anni sono usciti dalla forza di lavoro, e di questi 160.000 sono donne: categoria che da noi ha il poco invidiabile primato europeo del minore tasso di attività (appena superiore al 46 per cento). Ben 230 mila sfortunati, pari al 68 per cento dell’intera platea, sono meridionali: 143 mila uomini e 97 mila donne.