Confcommercio: “Aziende stremate e la ripresa nel 2014 non si vedrà”

Confcommercio: "Aziende stremate e la ripresa nel 2014 non si vedrà"
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli

ROMA – Aziende stremate e ripresa lontana, anzi lontanissima. E comunque non nel 2014. Confcommercio lancia l’allarme e nel giorno della mobilitazione “Legalità, mi piace” ad attaccare è il presidente Carlo Sangalli:

“Le imprese del commercio, turismo, servizi sono stremate, da Nord a Sud – le sue parole – E purtroppo il 2014 non sarà certo l’anno della ripresa sostanziale”.

Confcommercio, forte di un’indagine realizzata con Format,  punta il dito sulle tasse, sulla ripresa che non si vede e sulla concorrenza sleale degli abusivi.

 Un italiano su quattro compra “tarocco”. Alla borsa griffata ‘taroccata’ non rinuncia un consumatore italiano su quattro. Emerge da un’indagine Confcommercio-Format.    Oltre alle borse, cinture, portafogli, occhiali, abiti, giacche, tshirt ma anche cosmetici, parafarmaci, cibi, gadget elettronici, perfino elettrodomestici, sono i prodotti illegali maggiormente acquistati dal 25,6% dei consumatori, almeno una volta nel 2013. Il fenomeno – rivela l”indagine  – in aumento negli ultimi anni, è più diffuso tra le donne e i giovani; il Mezzogiorno l’area più colpita.

Accanto ai prodotti taroccati ‘tradizionali’, ci sono fenomeni illegali nuovi, come l’acquisto, il più delle volte in rete, di biglietti per spettacoli per il cinema o per concerti, o titoli di viaggio pirata. Tra i prodotti illegali acquistati nel 2013 al primo posto ci sono i capi di vestiario (41,2%), seguono l’alimentare (28,1%), pelletteria (26,9%) e occhiali (27,6%).    Per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica e con la crisi, il fenomeno – dice l’indagine – ha subito un incremento.

Stangata Tari. Con la Tari, la nuova tariffa sui rifiuti, l’aumento medio dei costi nel 2014 sarà pari al 290% ma per alcune tipologie di impresa sarà ancora più salato: per un bar, infatti, sarà di oltre il 300%, per un ristorante del 480%, fino ad arrivare ad oltre il 600% per l’ortofrutta (+650%) e le discoteche (+680%).E’ quanto emerge da un’analisi Confcommercio.

Confcommercio ha calcolato gli effetti per le imprese del passaggio dalla Tarsu al nuovo tributo Tari sui rifiuti urbani introdotto con la legge di stabilità. La maggiorazione sarà di circa sei volte per i ristoranti, le trattorie e le pizzerie (+482%): la spesa annua tutto compreso, calcolata per un’attività con una superficie media di 200 mq, passerà così da 802,70 euro a 4.674,98 euro. Ma la batosta maggiore sarà, come detto, di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%). Dall’analisi di Confcommercio emerge, in particolare, che per ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio (con superficie media di 100 mq) la spesa annua complessiva determinata dall’applicazione della Tari, dal prossimo primo gennaio, determinerà un passaggio da 401,35 euro a 3.008,40 euro.

Per discoteche e night club (superficie media 200 mq) si passerà da 558,90 euro a 4.373,91 euro. Invece per bar, caffè e pasticceria l’incremento si attesterà al 314%; per supermercati, macellerie e generi alimentari al 188%; per alberghi senza ristorante al 118%; per campeggi, benzinai e impianti sportivi all’89%; per edicole, farmacie e tabacchi al 77%; per negozi di abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie e ferramenta al 46%.

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