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Confcommercio: “Persi 10 mila euro a famiglia in quattro anni”

di Warsamé Dini Casali |7 Ottobre 2011 11:16

ROMA – Famiglie che non hanno più soldi da spendere (-10.000 euro in 4 anni), consumi in picchiata (-1,5% in agosto), ricchezza nazionale che arranca (sempre più prossima allo zero) e inflazione che erode la capacità di spesa con sempre maggior forza (+3,2% ad ottobre). Il quadro ‘macro’ offerto dal Centro studi di Confcommercio e i possibili effetti (già registrati in parte) su famiglie ed imprese non è certo confortante tanto da spingere il presidente, Carlo Sangalli, a pungolare il Governo per dare risposte ”necessarie” ed a paventare un rischio ”recessione”. Anche se ”evitabile”.

L’analisi di Confcommercio parte da un assunto: nel 2011 una famiglia tipo di tre persone dispone in termini di ricchezza liquida, quindi spendibile in consumi, di 10 mila euro in meno rispetto a quanto aveva nel 2008. Questo dipende – calcola Confcommercio – da un reddito procapite in discesa del -7% in termini reali (cioè -1.260 euro a testa). E si ricorda il dato fornito da Bankitalia, che calcola per la ricchezza finanziaria (conti correnti, investimenti ecc) un -6% nei 4 anni, pari a meno 2.980 euro. Le famiglie quindi hanno meno e spendono meno. Questo lo si può riscontrare anche dal dato sui consumi che ad agosto sono calati dell’1,5% invertendo la tendenza ad un timido recupero dei mesi precedenti.

E il futuro prossimo non lascia ben sperare: ad ottobre infatti si scarichera’ sui prezzi al consumo l’effetto “pieno” dell’aumento dell’Iva deciso dal governo. Cosi’ l’inflazione salira’ ulteriormente: al 3,2%. Una situazione che pesa non poco sulle previsioni che riguardano i consumi e la ricchezza prodotta dal Paese: il pil crescera’ quest’anno dello 0,7% (0,8 la previsione di luglio) e dello 0,3 nel 2012 (1% la previsione precedente). I consumi cresceranno dello 0,7% nel 2011 (0,8%) e dello 0,2% nel 2012 (1,1%). Un quadro “fosco”, quello descritto dall’organizzazione che preoccupa il presidente. Che quindi sottolinea: con il prossimo decreto Sviluppo bisogna dare ”una spinta necessaria a far ripartire il Paese. Non c’e’ tempo da perdere, sono passati i 90′ di gioco e siamo in recupero”. Bisogna ”evitare di imboccare velocemente la strada della recessione”. Ma le alternative ci sono: taglia i costi della politica, riforme (pensioni, fisco, burocrazia), privatizzazioni. Fino a rendere la potenziale recessione da ”evitabile” ad evitata..

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