Confindustria: Antonello Montante nuovo presidente in Sicilia

PALERMO – Il ministro Cancellieri lo descrisse qualche giorno fa come ''un apostolo'' che con un piccolo gruppo di adepti alla fine degli anni Novanta predicava nel deserto di Caltanissetta la lotta alla mafia, oggi Antonello Montante, attuale delegato di Confindustria per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio, approda alla guida degli industriali in Sicilia.

A passargli il testimone è Ivan Lo Bello, che con lui e' stato artefice della svolta antiracket dell'associazione, che cinque anni fa, proprio dall'enclave nissena, dichiaro' guerra a Cosa nostra, introducendo la regola dell'espulsione per gli imprenditori che non denunciano il pagamento del pizzo, aprendo una nuova era per l'organizzazione, da allora in prima linea nella lotta alla mafia.

Montante, 48 anni, e' stato eletto all'unanimita' dai 41 componenti della giunta regionale di Confindustria, riunita a Palermo. Della sua nuova squadra fanno parte i vicepresidenti Giuseppe Cantanzaro (Agrigento), Domenico Bonaccorsi (Catania), Ivo Blandina (Messina) e Nino Salerno.

''Sara' una presidenza sulla linea della continuita' con quella di Ivan Lo Bello, con cui abbiamo condiviso tutti i progetti: dopo la legalita' il secondo step e' lo sviluppo'', ha assicurato il neo presidente che, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l'idea di attribuire un ''rating antimafia' alle imprese, condivisa dal governo Monti al lavoro su un provvedimento ad hoc, ora propone ''un codice etico per tutti i partiti''.

Per Montante l'approdo al vertice della Confindustria siciliana sembra quasi una tappa obbligata. Fin da giovane, e' stato tra i piu' attivi protagonisti del mondo imprenditoriale siciliano, coniugando l'impegno nell'azienda di famiglia fondata dal nonno (la prestigiosa Cicli-Montante) nel 1908, all'attivita' confindustriale. Assieme a Massimo Romano (gia' presidente di Federfidi Sicilia) e all'ex presidente della Piccola industria Marco Venturi (oggi assessore alle Attivita' produttive nel governo di Raffaele Lombardo), Montante ha guidato la ''rivolta'' contro il gruppo dirigente, che faceva capo a Pietro Di Vincenzo, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie e accusato anche di mafia, che tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del Duemila guidava Confindustria a Caltanissetta. Lo scontro fu aspro. Montante e il suo gruppo avviarono una battaglia all'insegna della legalita', trovando lungo il loro cammino, in quel deserto richiamato dal ministro Cancellieri, il sostegno dell'ex sindaco di Gela Rosario Crocetta e piu' tardi della Procura nissena.

Da presidente dei giovani industriali siciliani, Montante fu cooptato nell'omologo organismo all'epoca guidato da Emma Marcegaglia, che qualche anno dopo da leader di viale dell'Astronomia gli affidera' la delega per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio. Il resto e' storia recente. Prima la guida dell'associazione nissena, ''strappata'' a Pietro Di Vincenzo finito in galera e poi scarcerato, poi le battaglie a fianco di Ivan Lo Bello, quindi l'impegno nazionale per esportare il ''modello Sicilia'' nelle altre regioni d'Italia. Un ruolo che Giorgio Squinzi, designato a subentrare a Emma Mercegaglia, e' pronto a rinnovargli nel segno della continuita'.

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