Confindustria. Berlusconi: “Il declino italiano non c’è. Adesso più poteri al Governo”

Pubblicato il 10 Aprile 2010 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

«Non siamo un paese in declino» ma «abbiamo consapevolezza di tutti i gravi problemi che ci affliggono». Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento al Forum di Confindustria a Parma. Parole che si riagganciano a quelle che il governatore della Bce Trichet ha speso, questa mattina, in favore dell’operato dell’Italia e del ministro Tremonti per superare la crisi economica.

«Nel 2010 saremo il Paese con il più basso deficit primario, cioè al netto del debito pubblico» ha proseguito il premier precisando che «nel 2009 abbiamo avuto una diminuzione del Pil contenuta, del 5%. Come Germania, Gran Bretagna e Giappone e molto più bassa di altri Paesi della Ue. Siamo afflitti purtroppo da problemi storici e ci stiamo muovendo in tutte le direzioni per cambiare questo stato di cose». In particolare, Berlusconi ha spiegato che il governo ha adottato almeno 12 provvedimenti anti-crisi che hanno permesso all’Italia di registrare risultati, in termini economici, molto migliori rispetto a quelli di altri paesi europei e, per alcuni indicatori, anche degli Stati Uniti. Insomma, ha sottolineato, «il declino dell’Italia di cui tanti parlano davvero non c’è».

Berlusconi ha poi colto nuovamente l’occasione per rilanciare il tema delle riforme, in particolare nel campo del fisco e della giustizia. E sull’assetto istituzionale ha ricordato, come già aveva fatto durante la conferenza stampa con Nicolas Sarkozy all’Eliseo, che la Costituzione attribuisce tutti i poteri al Parlamento mentre il governo non ne ha nessuno: «I padri costituenti – ha detto Berlusconi – hanno definito un assetto istituzionale che dà tutti i poteri alle assemblee parlamentari: l’esecutivo non ha nessun potere nel nostro sistema costituzionale». Per mettere in campo la riforma fiscale, ha detto «abbiamo tre anni di tempo, ma spero non servano tutti e tre gli anni».

La riforma costituzionale, ha aggiunto, andrà affrontata con il contributo di tutti ma l’orientamento della maggioranza è per una riforma semipresidenziale sul modello francse con però l’elezione contemporanea del Parlamento e del presidente del consiglio, per evitare eventuali problemi di colori diversi e coabitazioni forzate come avvenuto in diverse legislature in Francia. In ogni caso, ha puntualizzato, è importante «dare al presidente del consiglio gli stessi poteri di intervento che hanno i suoi colleghi europei». Ha poi citato il caso del piano casa, una «idea geniale» che nonostante il varo da parte del governo ancora non ha trovato attuazione: «E non parliamo delle regioni di segno opposto al nostro dove la legge non è stata presa in considerazione, ma neanche nelle nostre regioni».

Berlusconi ha poi ribadito l’intenzione di portare a termine la riforma della giustizia («Io sono il più grande imputato a livello europeo, queste cose le so, anche se contro di me sono stati intentati processi ridicoli solo a scopo politico») per un ammodernamento del campo penale, con la separazione delle funzioni tra pm e giudici, e per la riduzione dei tempi della giustizia civile. Il leader del Pdl è poi tornato ad attaccare la Corte costituzionale accusata di avere una maggioranza di giudici di sinistra che assecondano le richieste di «una certa corrente della magistratura che si oppone a tutte le leggi che considera scomode».

Il presidente del Consiglio si sofferma anche sulle problematiche del pianeta, liquidandole con una battuta: «Ne parlavo con la Marcegaglia, entrambi quest’anno abbiamo preso per tre volte il raffreddore, non c’é incombenza del riscaldamento globale, abbiamo frenato l’Europa e questo ha portato grande vantaggio al nostro paese e al nostro comparto industriale che sarebbe stato gravato di costi rilevanti».

Parole a cui poi si è potuto agganciare anche il premier Silvio Berlusconi che, un paio d’ore più tardi, è intervenuto al meeting spiegando che «nel 2010 saremo il Paese con il più basso deficit primario, cioè al netto del debito pubblico». «Nel 2009 – ha precisato il capo del governo – abbiamo avuto una diminuzione del Pil contenuta, del 5%. Come Germania, Gran Bretagna e Giappone e molto più bassa di altri Paesi della Ue. Siamo afflitti purtroppo da problemi storici e ci stiamo muovendo in tutte le direzioni per cambiare questo stato di cose». In particolare, Berlusconi ha spiegato che il governo ha adottato almeno 12 provvedimenti anti-crisi che hanno permesso all’Italia di registrare risultati, in termini economici, molto migliori rispetto a quelli di altri paesi europei e, per alcuni indicatori, anche degli Stati Uniti. Insomma, ha sottolineato, «il declino dell’Italia di cui tanti parlano davvero non c’è».«PIU’ POTERI AL GOVERNO» – Berlusconi ha poi colto nuovamente l’occasione per rilanciare il tema delle riforme, in particolare nel campo del fisco e della giustizia. E sull’assetto istituzionale ha ricordato, come già aveva fatto durante la conferenza stampa con Nicolas Sarkozy all’Eliseo, che la Costituzione attribuisce tutti i poteri al Parlamento mentre il governo non ne ha nessuno: «I padri costituenti – ha detto Berlusconi – hanno definito un assetto istituzionale che dà tutti i poteri alle assemblee parlamentari: l’esecutivo non ha nessun potere nel nostro sistema costituzionale». La riforma costituzionale, ha aggiunto, andrà affrontata con il contributo di tutti ma l’orientamento della maggioranza è per una riforma semipresidenziale sul modello francse con però l’elezione contemporanea del Parlamento e del presidente del consiglio, per evitare eventuali problemi di colori diversi e coabitazioni forzate come avvenuto in diverse legislature in Francia. In ogni caso, ha puntualizzato, è importante «dare al presidente del consiglio gli stessi poteri di intervento che hanno i suoi colleghi europei». Ha poi citato il caso del piano casa, una «idea geniale» che nonostante il varo da parte del governo ancora non ha trovato attuazione: «E non parliamo delle regioni di segno opposto al nostro dove la legge non è stata presa in considerazione, ma neanche nelle nostre regioni».

LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA – Berlusconi ha poi ribadito l’intenzione di portare a termine la riforma della giustizia («Io sono il più grande imputato a livello europeo, queste cose le so, anche se contro di me sono stati intentati processi ridicoli solo a scopo politico») per un ammodernamento del campo penale, con la separazione delle funzioni tra pm e giudici, e per la riduzione dei tempi della giustizia civile. Il leader del Pdl è poi tornato ad attaccare la Corte costituzionale accusata di avere una maggioranza di giudici di sinistra che assecondano le richieste di «una certa corrente della magistratura che si oppone a tutte le leggi che considera scomode».