Squinzi contro le manovre Monti: “Pressione fiscale al 55%”

Giorgio Squinzi (Foto Lapresse)

ROMA – Giorgio Squinzi torna all’attacco del governo Monti. Dopo le ultime manovre, avverte il presidente di Confindustria, la pressione fiscale nel 2012 rischia di arrivare al 55%.

In un’audizione alla Camera Squinzi punta il dito contro le ultime misure fiscali dell’esecutivo tecnico. Quando verranno attuate, avverte il leader degli industriali, ”la pressione fiscale italiana si collocherebbe intorno al 45%, rispetto al 42,1% del 2011; 45% che diventa 55% se il calcolo viene fatto sottraendo il Pil sommerso”, ha detto Squinzi.

Il presidente di Confindustria ha avuto parole positive per gli effetti della riforma sulla crescita: “La riforma fiscale può rappresentare un fattore fondamentale per far ripartire la crescita”. La riforma ”è a costo zero per la finanza pubblica” ma ”può dare un enorme contributo in termini di stabilità, certezza e semplificazione del sistema fiscale. Non bisogna perdere questa occasione. E’ per questo che chiediamo al Parlamento e al governo un forte impegno perché questo obiettivo possa essere realizzato in tempi rapidi”.

Altre preoccupazioni per Squinzi arrivano dalle “ipotesi di intervento in materia di tassazione ambientale. Occorre evitare che tali misure producano un incremento dei costi energetici delle imprese italiane, già tra i più elevati dell’Unione europea, con un effetto negativo sulla crescita”.

Per quanto riguarda l’accordo tra le parti sociali sulla produttività “cerchiamo di stringere il massimo possibile: parliamo di giorni, al massimo qualche settimana”, ha poi aggiunto il presidente di Confindustria. “I margini per un accordo  ci sono sempre, questo è evidente. Stiamo parlando con le nostre controparti e con il governo: sicuramente stiamo colloquiando e questo è molto importante”.

 

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