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Super-buonuscite dei manager. Consob: più trasparenza, basta segreti

di Maria Elena Perrero |19 Gennaio 2011 12:17

Consob, l’organismo che controlla le società quotate in Borsa,  ha emesso una norma in cui chiede più trasparenza sui bonus e le buonuscite dei manager. La Consob anticipa così di un anno l’entrata in vigore nell’ordinamento italiano di una norma comunitaria che chiede che vengano pubblicati nei bilanci delle società gli accordi esistenti in materia di buonuscita dei top manager.

L’Autorità guidata da Giuseppe Vegas evidenzia “casi in cui l’informazione sui compensi è fornita in modo aggregato sotto un’unica voce, senza che siano piemamente individuabili le diverse componenti della remunerazione”.

Per quanto riguarda le buonuscite, il 37 per cento dei grandi gruppi quotati in Borsa prevede un corrispettivo per i propri amministratori in caso di scioglimento anticipato del rapporto. La Consob vuole una maggiore chiarezza anche per quanto riguarda il mantenimento dei benefici di tipo non monetario, i cosiddetti ‘post-retirement perks’, e sulle consulenze ad hoc per un periodo successivo alla cessazione del rapporto.

Le consultazioni a riguardo si concluderanno il 7 febbraio. L’intervento è stato spronato anche dal recente caso Unicredit, quando cioè le dimissioni dell’amministratore delegato Alessandro Profumo sono costate al gruppo una buonuscita di 40 milioni di euro: una notizia che creò “situazioni di incertezza e instabilità anche sul titolo del gruppo bancario”.

La Commissione per la Società e la Borsa ha previsto anche due norme per le 38 società italiane dell’indice principale di Piazza Affari, l’Ftse Mib 40 (cioè tutte escluse Tenaris e StMicroelectronics). Le società contemplate dovranno comunicare anche eventuali piani di successione, secondo una prassi britannica. La richiesta non include la segnalazione dei nomi destinati alla successione, ma la comunicazione dell’esistenza di piani di “emergenza” per la gestione dell’uscita straordinaria di un top manager.

Dai calcoli dellla Consob è emerso che il totale dei compensi è sceso del 26 per cento in due anni: dai 349 milioni del 2007 ai 255 milioni del 2009. Ma ecco nel dettaglio la lista degli stipendi più alti dei top manager italiani nel 2009:

Carlo Puri Negri (Pirelli): 15. 272. 000 euro

Claudio De Conto (Pirelli): 7. 363. 000

Marco Tronchetti Provera (Pirelli): 5. 936. 000

Antoine Bernheim (Generali): 5. 588. 597

Luca Cordero di Montezemolo (Fiat, Ferrari, Tod’s): 5. 116. 700

Mauro Pessi (Brembo): 5. 107. 000

Sergio Marchionne (Fiat): 4. 782. 400

Pier Francesco Guarguaglini (Finmeccanica): 4. 703. 000

Paolo Scaroni (Eni): 4. 405. 890

Alessandro Profumo (Unicredit): 4. 267. 000

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