ROMA – “I costi delle nostre banche sono tra i più elevati a livello internazionale”, affermano le associazioni dei consumatori, ma anche l’Antitrust ha parecchio da ridire sulle pratiche da “cartello” degli istituti di credito. Se accendi un mutuo, fai un prelievo con il bancomat o un bonifico via internet, se paghi una bolletta allo sportello ti vedi scaricare addosso tutti i costi dell’attuale crisi del credito. E di una gestione poco trasparente che teme la concorrenza. Senza vera concorrenza le tariffe non si abbassano.
Il costo medio di un bonifico su Internet è di 1 euro, quello del pagamento delle utenze via Bancomat di 60 centesimi, sui mutui le banche applicano tassi di interesse altissimi che ti concedono solo se stipuli una polizza assicurativa. E adesso, con la norma sulla tracciabilità e la stretta sul contante (pagamenti con massimo 1000 euro cash) aumenteranno le operazioni per cui serve l’ausilio di un servizio bancario. Alla fine un salasso per il consumatore/cliente. L’antitodo? Più mercato allo sportello, più concorrenza, più vigilanza.
Prendiamo il caso del contante. Spiegano all’Adiconsum: “Le banche si assumano i costi: la tracciabilità consentirà loro di risparmiare nel lungo periodo. Gestire meno contante vuol dire avere meno costi, meno sportelli…Se un cittadino è costretto ad aprire un conto corrente, il prezzo non deve ricadere su di lui”. L’aumento delle transazioni elettroniche è un’opportunità per le banche ma, proprio per questo, l’Antitrust ritiene che vadano riconsiderate le commissioni interbancarie (applicate alle operazioni tra banca e banca).
Ad esempio, va eliminato qualsiasi indicazione di minimo e massimo per le commissioni applicate agli esercenti: è un principio cardine della concorrenza. Se si indica un massimale la tendenza sarà l’allineamento di tutti verso quella cifra. L’obiettivo, invece, è di rendere i negozianti indifferenti al tipo di pagamento, cash o elettronico (bancomat, carta di credito). Prelevare denaro allo sportello “fisico” della banca, preferendolo all’ATM Bancomat, può essere un salasso. Alcuni istituti di credito hanno infatti introdotto una sorta di “tassa sul contante”, ossia l’applicazione di una commissione che scatta ad ogni ritiro dei propri soldi dal conto.
Tornando alla polizza “obbligata”, cui viene spesso subordinata l’accensione di un mutuo: l’Antitrust la definisce “una pratica commerciale scorretta” (su Blitzquotidiano l’avevamo chiamata il ritorno del “baratto”). “Bisognerebbe separare il ruolo della banca come beneficiario della polizza dalla funzione di intermediario della stessa polizza”, dice l’Authority. E si capisce il perché: la banca presta soldi e guadagna sull’assicurazione, il rischio di impresa se lo accolla il consumatore. D’altra parte esiste un problema di governance che il decreto salva-Italia ha cercato di sanare vietando il cumulo di cariche di amministratori e membri di consigli di amministrazione presenti contemporaneamente nei board di società concorrenti (sulla carta) o che siedono ai vertici della tal banca e della tal assicurazione. A proposito di trasparenza e il Codacons giunge a proporre addirittura l’abolizione dell’Abi: “Fa cartello, ha contribuito a tenere alti i prezzi”.