ROMA – Il tetto di mille euro sui pagamenti e trasferimenti di denaro in contante è in vigore dal 1° febbraio 2012, ovvero da un anno e nove mesi. Ora il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha accennato all’intenzione di abbassare ulteriormente quel tetto, per ridurre l’uso del contante in un Paese, l’Italia, dove vanno di pari passo l’altissima evasione fiscale, l’enorme economia sommersa e la bassa percentuale di pagamenti elettronici, tracciabili.
Mille euro vi sembran pochi, o troppi? Meglio ridurre il tetto del contante per combattere l’evasione o alzare il tetto per non soffocare un’economia in crisi? Rispondete al sondaggio [SURVEYS 265]
L’Italia ancora non ha sciolto il nodo e deve ancora decidere. Difficile però che riuscirà a prenderle questo governo, le decisioni.
Perché sono bastate le timide parole di Saccomanni sul contante a scatenare una reazione durissima del Pdl.
Cosa ha detto Saccomanni? Questo: “Certamente misure che rafforzano la tracciabilità sono importanti. È anche necessario prevedere una riduzione del ruolo del contante nei pagamenti. E’ un punto su cui l’Italia è ancora indietro e noi vogliamo intervenire”.
Il Corriere della Sera ha raccontato come l’ha presa il Pdl, cioè male. Del resto Berlusconi in campagna elettorale aveva promesso: “Via il limite di 1000 euro al contante”
“«Saccomanni ritiene di intervenire per limitare l’uso del contante. Noi la pensiamo all’opposto» ha fatto sapere via Twitter, mentre l’audizione del ministro era ancora in corso, il segretario del Pdl Angelino Alfano. Maurizio Gasparri ha accusato il titolare dell’Economia di «dire sciocchezze» e di «parlare da burocrate scollegato dalla realtà, mostrando la sua inadeguatezza». Contro il ministro si è scagliata anche la Lega Nord, dopo le audizioni della Corte dei conti e della banca centrale, presentando una mozione individuale di sfiducia contro il ministro perché la legge di Stabilità sarebbe «priva di copertura»”.
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