ROMA – La prima stretta all’uso del contante prevista dall’ultima legge di Bilancio partirà dal 1 luglio 2020: il tetto scenderà a 2mila euro, dai tremila decisi nel 2016 dal governo Renzi.
A gennaio 2022 il limite scenderà ulteriormente a 1000 euro.
Usare la moneta elettronica rende più semplici le detrazioni fiscali, per esempio dei pazienti di un medico.
Ma anche per i professionisti scatta un bonus fiscale.
Si tratta di un credito d’imposta, pari al 30% delle commissioni e dei costi fissi addebitate per le transazioni effettuate mediante utilizzo di carte di credito.
Il credito d’imposta può essere usato esclusivamente in compensazione, tramite modello F24, dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.
Questo credito credito non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP.
Per ottenere il credito dovrà essere inviata comunicazione, utilizzando il software predisposto dalla stessa Agenzia.
Tetto contante a 2mila euro, la legge
Il comma 3-bis dell’articolo 49 del Dlgs n. 231/2007, aggiunto dal “collegato fiscale” alla legge di bilancio 2020, ha stabilito che, dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, sono vietati i passaggi di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, di valore complessivamente pari o superiore a 2mila euro (attualmente, il limite è 3mila euro).
Il trasferimento oltre l’importo indicato – specifica la norma – è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati.
Dal 1° gennaio 2022, il tetto scenderà ulteriormente a mille euro. (fonti Ansa, Corriere.it, Agenzia Entrate)